Black Bird: una storia di amicizia iniziata sotto la nube di Chernobyl.

Una ragazzina discriminata perché ebrea e una che crede così ciecamente nei suoi genitori da considerare giuste le violenze del padre. Due compagne di classe che si odiano, ma che si ritrovano unite da una terribile tragedia: il disastro di Chernobyl. Le due infatti vivono con le rispettive famiglie a Pripyat e dopo il disastro sono costretta a lasciare tutto, a separarsi dai propri cari e abbandonare le vecchi vite per sfuggire a una morte certa. 

Questo romanzo mi è stato consigliato in libreria e devo dire che mai come in questo caso il consiglio è stato prezioso. Ho letto molto su Chernobyl, ma mai un romanzo ambientato dopo il disastro e devo dire che questo libro mi ha davvero toccato il cuore. 
É una storia che parla di amicizia pura, della volontà di non rinunciare a se stessi anche in una realtà dura come quella del regime sovietico. 

Non solo lo consiglio, ma posso dirmi davvero felice di averlo letto. Questa ovviamente è solo la mia opinione, voi siete sempre liberi di non prendermi troppo sul serio . 😉

Le letture della quarantena

Wow, da quanto tempo non scrivo in questo blog. Durante la pandemia mi sono sempre ripromessa di scrivere qualcosa, ma alla fine non ho mai trovato il momento giusto per farlo. Ammetto che questo  periodo mi ha un po’ destabilizzata e non solo per la polmonite che mi ha messa K.O. per diverso tempo, ma anche perché c’erano tanti progetti in ballo per questo 2020 che hanno finito con l’essere rimandati e che adesso aspetto di realizzare con ancora più ansia di prima (magari uno proprio entro la fine dell’anno 😉 ).

Una cosa positiva di questi mesi a casa però, è che oltre allo scrivere molto ho avuto modo anche di leggere davvero tanto.

Oltre a rileggermi alcuni vecchi amori come la saga di Harry Potter ho avuto modi di viaggiare in nuovi mondi come quelli della saga dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos che mi ha colpita per la sua particolarità sia per quanto riguarda l’ambientazione che per la sua protagonista decisamente diversa dal solito.

Ho vissuto le agghiaccianti vicende de “Il racconto dell’Ancella” e de “I Testamenti” di Margaret Atwood opere che raccontano attraverso la finzione di un universo distopico, le discriminazioni e le violenze subite dalle donne nella storia e nel mondo.

Sono andata nel futuro per tornare negli anni 80 con “Player One” di Ernest Cline che, a differenza del film più adatto al pubblico di “massa”, si rivolge molto di più ai veri cultori dei videogiochi e della cultura pop degli anni ottanta con una storia ben costruita ricca di citazioni e riferimenti.

Ho avuto però anche modo di viaggiare nel Congo con Michael Crichton (uno di quegli autori con cui so di andare sempre sul sicuro) e di immergermi in una storia intensa e coinvolgente fatta di personaggi accattivanti in un ambientazione reale con il romance “L’amore è un contratto” di Ilenia Toffanin, esordio che mi ha colpito per lo stile fluido e per il modo straordinariamente vivido in cui i personaggi prendono vita.

In questo periodo, ho però avuto modo di leggere anche due libri che mi hanno colpita in maniera particolare: il primo è “Chernobyl 01:23:40” di Andrew Leatherbarrow che unisce al racconto dell’esperienza dell’autore sul sito di Prypiat, un’accurata e ben documentata ricostruzione dei fatti del disastro di Chernobyl, raccontato in maniera obbiettiva e senza giudizi o pregiudizi.

Il secondo libro è “Preghiera per Chernobyl” di Svetlana Alexievich una raccolta di testimonianze e racconti di persone le cui vite sono state fortemente influenzate dal disastro nucleare. Due libri molto diversi, ma che aprono davvero gli occhi su una tragedia che, in un modo o nell’altro, ha avuto un forte impatto sulla vita di milioni di persone.

Queste ovviamente sono solo alcune delle letture di questi mesi. Ognuna di essa comunque, è stata una piacevole compagnia e un modo per viaggiare anche quando non potevo fare altro che restare sdraiata in attesa di rimettermi. ❤