Cuori in Atlantide: l’antologia più sorprendente di Stephen King.

Due settimane fa avevo parlato di “Uomini bassi in soprabito giallo”, primo racconto dell’antologia “Cuori in Atlantide” di Stephen King. La scorsa settimana avrei voluto scrivere del secondo racconto di questa antologia, ma ho preferito aspettare perché andando avanti con la lettura mi sono resa conto che “Cuori in Atlantide” non è solo una raccolta di racconti, ma un insieme di narrazioni tutte collegate in qualche modo tra loro. Per quanto indipendenti infatti, sono diversi gli elementi che uniscono in qualche modo queste storie.

A parte “uomini bassi in soprabito giallo” infatti, tutti gli altri racconti sono uniti da un tema fondamentale: la guerra in Vietnam. In ogni storia, King offre una visione brutalmente onesta di quella che è stata la guerra e le sue conseguenze sull’America, dalla vita universitaria oscurata dalla paura di venire reclutati, ai movimenti e le proteste per la pace; da chi dopo essere tornato cerca un modo per espiare le proprie colpe, a chi si pone domande dopo aver visto la propria vita e quella di tanti altri compagni distrutta dopo la fine di tutto.

C’è però un altro elemento che collega tutti i racconti e questa volta anche il primo. In “uomini bassi in soprabito giallo” infatti, vengono introdotti diversi personaggi secondari alcuni dei quali compaiono nei racconti successivi anche come protagonisti. L’anello di congiunzione tra ogni storia è proprio uno di questi personaggi: Carol. Prima come fidanzatina di Bobby, protagonista di “uomini basso in soprabito giallo”, vediamo Carol comparire in ogni singolo racconto, a volte semplicemente tramite i ricordi dei protagonisti, mai come voce narrante, ma sempre in qualche modo fondamentale nella narrazione. Racconto dopo racconto, la sua storia e la sua vita vengono svelati fino alla fine in cui è lo stesso Bobby a svelarci il suo destino.

Un’antologia complessa e inaspettata, un corpus di racconti che colpisce e sorprende spiazzando attraverso dettagli inseriti ad arte e storie intense e profonde. Consigliatissimo.

La Profezia della Curandera e il vero potere delle donne

Ci sono libri pieni di pagine e paroloni che però, quando arrivi alla fine, ti lasciano poco o nulla se non un vago ricordo destinato a svanire nel tempo. E poi ci sono quelle opere che, nella semplicità delle loro storie ti aprono gli occhi e la mente verso nuovi universi di verità e bellezza. Questo è il caso de “la profezia della Curandera” di Hernan Huarache Mamani.

Trama: Kantu è giovane, bella, piena di interessi e di entusiasmo. Vive a Cuzco, una città del Perù, e trascorre le sue giornate tra lo studio, gli amici, le feste. Non conosce nulla delle antiche tradizioni andine, della scienza della Pachamama, degli insegnamenti dei curanderos. Non la interessano. Un giorno, un evento inatteso sconvolge il suo universo, costringendola a confrontarsi con una realtà a lei incomprensibile. Disposta a tutto pur di conquistare l’uomo che ama, Kantu intraprende un cammino difficile che la porterà a riscoprire l’energia che c’è in lei.

L’opera di Mamani è libro che tutte le donne dovrebbero leggere.
È un’opera a mio avviso potente, incentrata sul potere nascosto della donna, su un mondo fatto di misteri e di potere di cui proprio la donna stessa è il cuore.

Un libro che ti porta a riflettere sul tuo essere donna e sulla forza nascosta che le donne celano nel profondo del loro essere nonché sulla natura dell’amore e su cosa rappresenta veramente l’unione tra un uomo e una donna. Una storia semplice e scorrevole, ma che lascia il segno nell’anima e nel cuore.
Sicuramente consigliato.

Il Talismano di King e Straub

Quando due amici di vecchia data collaborano per creare un romanzo fantasy dai toni dark, può nascere una sinergia capace di generare qualcosa di speciale. Se poi i due amici sono due grandi maestri del genere come Stephen King e Peter Straub, non può che nascere qualcosa di davvero magico e spettacolare. Da grande appassionata di King, leggendo “Il Talismano” ovviamente ho notato di più le influenze del Re, che non sono poche, così come non sono pochi i riferimenti ad altre sue grandi opere.

Trama: Una solitaria cittadina sull’Atlantico è il punto di partenza di un viaggio straordinario, esaltante e terribile insieme, che il dodicenne Jack intraprende alla ricerca del Talismano: il leggendario cristallo, dotato di poteri magici, che può guarire sua madre dal cancro. Per raggiungerlo, il ragazzo deve attraversare non soltanto l’America, ma anche un universo oscuro, parallelo a quello reale, dominato da forze misteriose. Un luogo nascosto in cui solo poche persone sono in grado di penetrare: e Jack è una di queste…

Il libro di King e Straub è un fantasy dai toni cupi che può far storcere il naso agli amanti delle opere puramente horror di King, ma che fa un po’ da precursore a sue opere più attuali come Fantasy Tales.
La storia ha diversi alti e bassi, con dei momenti forse un po’ lenti e pesanti, ma anche con picchi che arrivano a coinvolgere e commuovere profondamente.
I personaggi rappresentano quasi degli archetipi del genere eppure si riesce con facilità a farsi coinvolgere da loro sebbene ammetto che ci sono state parecchie volte in cui avrei voluto prendere a schiaffi Jack, il protagonista. 
Degni di nota alcuni omaggi e riferimenti a dei grandi classici (l’opera inizia e finisce con citazioni delle opere di Mark Twain, inoltre la scena in cui Richard entra nell’armadio e si ritrova per un attimo in un altro mondo sembra un chiaro riferimento all’opera di C.S.Lewis), ma soprattutto, ci sono alcuni dettagli che faranno drizzare le antenne ai grandi appassionati di King. 
Oltre alla forte somiglianza dei Territori con il “Medio-Mondo” infatti, a un certo punto si parla del Talismano come del “punto nodale di tutti i mondi possibili” e che questo Talismano si trova all’interno di quello che viene chiamato “albergo nero”.

Si dice inoltre che essendoci molti mondi, possono esserci (e qui cito testualmente) “dieci alberghi neri, solo che in certi mondi possono avere l’aspetto di neri parchi dei divertimenti… o di neri parcheggi per caravan… o altro ancora.”
La prima cosa che ho pensato leggendo questa frase è stata: quindi in un universo potrebbe avere anche l’aspetto di una torre?🫢

Comunque una lettura di sicuro consigliata a tutti i lettori del Re e agli amanti del genere..