Prima della Fondazione, la Psicostoria

Asimov è uno di quegli autori di cui o ti innamori alla prima lettura o… basta mi limito a questo perché per me è stato così: ho amato Asimov fin dalla prima volta che l’ho letto così come mi sono innamorata delle sue opere forse più famose ovvero quelle legate alla Fondazione.

Trama: Nell’anno 12020 dell’Era galattica Hari Seldon, un oscuro matematico originario di Helicon, giunge sul pianeta Trantor per presentare le teorie sperimentali di una nuova scienza, la psicostoria, in grado di prevedere il futuro. L’ipotesi avanzata dallo scienziato accende subito l’interesse dell’imperatore e dei potenti personaggi che gravitano intorno a lui. Ma tra lusinghe, raggiri e intrighi di palazzo, Seldon si trova presto in pericolo… Inizierà così una lunga e avventurosa fuga per le gigantesche cupole di Trantor alla ricerca di quella misteriosa chiave che gli consentirà di capire l’intero passato del genere umano e di aprire le porte al suo futuro.

Quando leggi il ciclo della Fondazione , Hari Seldon viene visto come una figura mitica, un genio la cui Psicostoria avrebbe permesso alla Galassia di evitare secoli di caos dopo la caduta dell’Impero. In “Preludio alla Fondazione”, Asimov ci mostra come Seldon è passato dal considerare la Psicostoria come una teoria inattuabile al vederla come una possibilità concreta, di come sono state gettate le basi per la nascita della Fondazione. In questo romanzo ecco che Hari Seldon esce dal mito e viene mostrato come uomo e scienziato e con esso viene mostrato anche Trantor, pianeta capitale dell’Impero Galattico. In esso, Seldon viene costretto alla fuga, ritrovandosi a entrare in contatto con numerose realtà diverse, mondi più piccoli all’interno di un pianeta più grande dove l’umanità mostra attraverso innumerevoli sfaccettature, il lato migliore e peggiore di sé. Un romanzo nel quale l’autore ha disseminato ovunque piccole briciole, indizi che finiscono per convergere in un finale spiazzante, ma sicuramente degno. Consigliatissimo.

La Profezia della Curandera e il vero potere delle donne

Ci sono libri pieni di pagine e paroloni che però, quando arrivi alla fine, ti lasciano poco o nulla se non un vago ricordo destinato a svanire nel tempo. E poi ci sono quelle opere che, nella semplicità delle loro storie ti aprono gli occhi e la mente verso nuovi universi di verità e bellezza. Questo è il caso de “la profezia della Curandera” di Hernan Huarache Mamani.

Trama: Kantu è giovane, bella, piena di interessi e di entusiasmo. Vive a Cuzco, una città del Perù, e trascorre le sue giornate tra lo studio, gli amici, le feste. Non conosce nulla delle antiche tradizioni andine, della scienza della Pachamama, degli insegnamenti dei curanderos. Non la interessano. Un giorno, un evento inatteso sconvolge il suo universo, costringendola a confrontarsi con una realtà a lei incomprensibile. Disposta a tutto pur di conquistare l’uomo che ama, Kantu intraprende un cammino difficile che la porterà a riscoprire l’energia che c’è in lei.

L’opera di Mamani è libro che tutte le donne dovrebbero leggere.
È un’opera a mio avviso potente, incentrata sul potere nascosto della donna, su un mondo fatto di misteri e di potere di cui proprio la donna stessa è il cuore.

Un libro che ti porta a riflettere sul tuo essere donna e sulla forza nascosta che le donne celano nel profondo del loro essere nonché sulla natura dell’amore e su cosa rappresenta veramente l’unione tra un uomo e una donna. Una storia semplice e scorrevole, ma che lascia il segno nell’anima e nel cuore.
Sicuramente consigliato.

Il ciclo delle Fondazioni ovvero il capolavoro di Asimov

Asimov non delude e sicuramente “il ciclo delle fondazioni” può a mio avviso considerarsi un vero capolavoro. 

In questi quattro romanzi, i primi tre dei quali compongono la trilogia originale che ha fatto vincere ad Asimov il premio Hugo, viene raccontata la storia delle due Fondazioni, nate per volere dello psicostorico Mari Seldon.
L’uomo, creatore delle funzioni matematiche alla base della psicostoria, era arrivato alla giusta conclusione che presto l’Impero Galattico sarebbe collassato costringendo l’umanità a 30000 anni di anarchie e barbarie.
Scopo delle Fondazioni è proprio ridurre questo periodo a soli mille anni attraverso una serie di Crisi (previste da Seldon proprio grazie alla psicostoria) che le porteranno alla fondazione del Secondo Impero.

Più che di romanzi veri e propri però, forse però è il caso di parlare di raccolta di racconti. La storia infatti non è propriamente lineare, ma mostra gli eventi salienti di ogni secolo di vita delle Fondazioni, dalle loro origini fino ai suoi primi 500 anni con salti temporali improvvisi e inaspettati che all’inizio possono risultare spiazzanti, ma che poi (una volta capito il ritmo della narrazione) risultano, a mio avviso, assolutamente geniali. Ho trovato affascinante vedere come, con il trascorrere dei secoli, quelli che all’inizio erano i protagonisti diventano personaggi storici, quasi leggendari le cui vite e storie sono state distorte, quasi fraintese col passare del tempo.

Altro punto interessante di questi romanzi è che non c’è vera e propria azione. Le battaglie e le guerre spesso vengono raccontate dopo che si sono svolte attraverso cronache o i personaggi principali. Nonostante questo però, la lettura scorre e cattura, mai noiosa o pesante. 

Consigliatissimo a chiunque voglia immergersi nella fantascienza pura e agli amanti delle saghe complesse e magistralmente costruite.