Quando si parla di “Simulacri” si intende una statua o una figura rappresentate una divinità o un’entità sacra. I Simulacri di Dick sono esseri artificiali (e non solo), figure usate da chi è al potere, l’inganno perfetto per manipolare il popolo e mantenere lo status quo. Ma cosa succede quando la verità viene svelata spezzando l’incantesimo ammaliatore dietro a questi simulacri?
Trama: Nel XXI secolo gli Stati Uniti d’Europa e d’America sono governati da una coppia incantevole: “der Alte”, il presidente, e la First Lady, vero motore del potere. Popolare e amatissima star televisiva, la donna nasconde segreti che ne potrebbero destabilizzare l’autorità, e si oppone a ogni tentativo di rovesciamento del suo benigno regime. Fra complotti, corporation industriali, conflitti sociali tra élite e massa, tra chi conosce la verità sulla reale natura di “der Alte” e chi crede ciecamente nella verità offerta al pubblico, si muovono gli altri personaggi del romanzo: il pianista psi Richard Kongrosian, capace di suonare senza toccare i tasti; Bertold Goltz, capo dell’organizzazione dei Figli di Giobbe; Loony Luke, venditore di astronavi che permettono alle famiglie disperate di emigrare su Marte; e poi i simulacri, sostituti robotici degli esseri umani, usati come strumenti fondamentali di un rischioso gioco politico.
Devo ammettere che questo romanzo è partito un po’ in sordina, con un intreccio di personaggi che all’inizio può confondere, come i pezzi di un puzzle ancora sparpagliati sul tavolo. Poi, ecco che quei pezzi cominciano a incastrarsi delineando un quadro complesso in cui niente è ciò che sembra e tutto si rivela parte di un intreccio ben studiato, un intrigo perfetto dove figure innocenti finiscono vittime e complici di un piano per abbattere i Simulacri del governo. Un romanzo forse un po’ prolisso e a tratti confuso, ma che alla fine colpisce e stupisce per i suoi temi così pericolosamente contemporanei.
Non la migliore opera di Dick, ma comunque una lettura interessante.