Ho visto da poco il nuovo film di Death Note uscito recentemente su Netflix e dopo l’orribile adattamento americano di Dragon Ball devo ammettere che mi aspettavo di dovermi strappare via gli occhi con un cavatappi, buttarli in un cocktail di acido e cacciarmi tutto giù in gola. È un film carso? Sicuro. Pieno di pecche? Certo. Con una trama simile a un groviera ammuffito? Sì, però senza muffa.
Ma vi assicuro che, visti i precedenti, potevano fare molto, molto, molto peggio.
Partiamo dai personaggi che, catapultati dalla realtà giapponese a quella americana, sono piuttosto diversi da quelli conosciuti attraverso manga e anime.
Light (Turner non Yagami) per esempio, da studente modello, geniale e apparentemente con un carattere e una vita perfetta, è stato trasformato in un normale studente del liceo sempre molto brillante anche se piuttosto problematico a causa della tragica morte della madre. Un ragazzo come tanti forse fin troppo ridicolo per il personaggio. (quasi mi sono messa a ridere per l’urlo da ragazzina che emette la prima volta che vede Ryuk). Per un bel po’ mi è sembrato solo uno sfigato che non sapeva bene che fare, ma alla fine, verso la fine, riesce quasi a guadagnare punti anche se sempre sfigato rimane.
Ryuk invece è stato ridotto a una figura più marginale sebbene molto, molto più demoniaca e inquietante (del resto Willem Dafoe potrebbe interpretarlo tranquillamente anche senza affetti speciali). Non viene detto molto di lui né del suo legame con il Death Note o del mondo degli Dei della Morte. Di lui si sa solo che il suo compito è quello di “consegnare il quaderno al suo prossimo proprietario”. Deludente dal punto di vista della storia, decisamente figo da quello visivo.
Misa amane invece è stata trasformata in Mia, compagna di classe di Light che, invece della Idol Gotica del manga, fa la cheerleader (decisamente più in linea con la realtà americana in cui si muove) ossessionata dal Death Note e, ovviamente innamorata di Light. Quello che non cambia è il fatto che resta sempre e comunque una testarda e irritante scassa maroni.
Il personaggio che mi è piaciuto davvero più di tutti è stato invece quello su cui tutti erano più dubbiosi: Elle. Si è tanto parlato di lui per il colore della pelle dell’attore, ma personalmente l’ho trovato fantastico. La fisicità, le movenze, tutto di lui mi hanno ricordato l’Elle “originale”. Andando avanti però, questo Elle è stato trasformato in una persona più fragile e umana, (forse un po’ troppo verso la fine) cosa che a dire il vero a me non è dispiaciuta più di tanto, ma che potrebbe far storcere il naso a molti fan dell’Elle originale.
Oltre ai personaggi anche alcune regole del Death Note sono state cambiate/aggiunte e non si nomina affatto dello scambio degli occhi. Inoltre, c’era una cosa che non mi quadra: leggendo le regole, Light trova una frase che dice di non fidarsi di Ryuk, ma…. Eh… se il nome di Ryuk è scritto sul quaderno da qualcuno che lo conosce e sa cos’è… si insomma… avete capito, no?
Coooomunque…
La storia bene o male scorre, ma l’ho trovata un’americanata sotto certi aspetti e un po’ troppo adolescenziale per altri. Il finale mi sembrato piuttosto insoddisfacente. Non c’è una vera e propria conclusione e il destino di Light rimane incerto anche se intuibile. Lo hanno lasciato così per un probabile seguito? Boh.
Insomma consiglio di guardarlo senza troppe aspettative (credo di non esserne rimasta totalmente delusa proprio perché le mie aspettative erano pari a 0) e sicuramente da non mettere in cima alla lista dei film da vedere soprattutto se si è dei puristi del manga. Qualcosa di non troppo impegnativo da guardare magari come ho fatto io: sul computer con le cuffie mentre il mio ragazzo accanto a me guardava la partita. ^,.,^
Questa ovviamente è solo la mia opinione. Voi siete sempre liberi di non prendermi troppo sul serio. 😉