La piena a Blackwater

Allora, sono d’accordo sul fatto che non si deba giudicare un libro dalla copertina però, ammettiamolo, quando uno si trova davanti a delle edizioni così belle come quelle della saga di Blackwater, la tentazione è forte. confesso: io ho ceduto. Era un po’ indecisa se comprare questo loro o meno perché ne avevo tanto sentito parlare e mi era stato più colte consigliato. Quando poi me lo sono trovato tra le mani, non ho resistito. Ne sono rimasta delusa?

Trama: 1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.

In realtà questo libro mi ha spiazzata. Si tratta di una saga familiare con elementi mistery e gotici che ho trovato sicuramente ben scritto e, a tratti, disturbante. Se ci si aspetta un horror nel vero senso del termine si finisce col rimanere delusi perché tutti gli elementi del genere, in questo romanzo sono piuttosto velati e mai veramente di forte impatto. Eppure c’è qualcosa in questo libro che mi ha colpita. Forse a catturarmi è stata proprio la semplicità e la naturalezza con cui vengono affrontate situazioni che, di norma, risulterebbero agghiaccianti e terrificanti. Non mi sento di consigliarlo a tutti perché è un libro davvero molto strano a suo modo, ma posso dire che l’ho apprezzato soprattutto sapendo che la storia verrà ulteriormente sviluppata nei romanzi successivi. 

I Cent’anni di Solitudine di Gabriel Garcia Marquez

Avete presente quei libri che avete paura di iniziare a leggere perché temete essere così pesanti e lenti da non riuscire a finire di leggerli? Beh, pensavo che “Cent’anni di solitudine” di Gariel Barca Marquez fosse uno di questi libri. Sapete una cosa?

Mi sbagliavo alla grande.

Trama: Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent’anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un’inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell’esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili. Con la sua forza, il suo bagaglio di visioni e di prodigi, con la sua capacità di reinventare il mondo, “Cent’anni di solitudine” è il libro rivelazione che ha rivoluzionato il modo di narrare e ha aperto alla forma romanzo una nuova stagione di successi. Un capolavoro insuperato e insuperabile, un racconto tra i più amati di ogni tempo, un «romanzo ideale», secondo le parole dello stesso autore, «capace di rivoltare la realtà per mostrarne il rovescio».

Che dire, bello oltre ogni aspettativa. Una storia familiare sulla ciclicità della vita e sull’ineluttabilità della sorte che condanna i protagonisti a un’eterna solitudine, ma anche una rielaborazione in chiave “fantastica” della storia colombiana che rapisce e trascina. Non è un libro “semplice” perché comunque si tratta di una storia che si spinge attraverso diverse generazioni, con nomi e intrecci che si ripetono, non sempre facili da ricordare e associare. 
Nonostante questo, però, è scritto in maniera straordinaria ed è capace quindi di coinvolgere il lettore rendendo anche credibili persino le situazioni più volutamente assurde e grottesche. 
Non lo consiglierei a tutti, ma da provare a leggere almeno una volta nella vita.

Quando Poirot va in vacanza in Egitto.

l primo libro di Agatha Christie che ho letto stato “Dieci piccoli indiani” ed è bastato a farmi innamorare di questa scrittrice. Per questo, durane le vacanze, ne ho approfitta per “conoscere” uno de suoi protagonisti più famosi: Hercule Poirot. Il risultato? Agatha Christie è entrata ufficialmente nella classifica dei miei cinque autori preferiti.

Trama: Un lussuoso battello, il Karnak, naviga sul Nilo. A bordo, riunito dal destino e dalla curiosità per il paesaggio esotico delle Piramidi, un eterogeneo insieme di viaggiatori. Linnet Ridgeway, la personalità che domina il gruppo, è la ragazza più ricca d’Inghilterra, in viaggio di nozze con il marito Simon Doyle: una donna di grande fascino, abituata a essere sempre al centro dell’attenzione. Chi non la perde mai d’occhio è Jacqueline de Bellefort, ex migliore amica di Linnet ed ex fidanzata di Simon, di cui è ancora “fin troppo innamorata”, che ha seguito la coppia per tormentarne la luna di miele. Attorno a questo esplosivo trio gravitano altri passeggeri: un giovane rivoluzionario, l’amministratore dei beni di Linnet, una scrittrice con la figlia, un colonnello britannico all’inseguimento di una spia, un archeologo italiano. Ciascuno ha una storia e un segreto da custodire, accuratamente nascosto dietro una facciata di rispettabilità e perbenismo. E poi c’è lui, il principe degli investigatori, il celebre Hercule Poirot, per una volta tanto in vacanza. Ma come in altre occasioni il suo ozio non dura molto: nel giro di poche ore, infatti, a bordo del Karnak si consumano due delitti, e la tranquilla crociera si trasforma nella disperata caccia a un assassino diabolicamente astuto.

Che dire,Poirot sul Nilo è un romanzo che ti tiene incollato alle pagine, spingendoti a leggere per sapere chi e come, per districare l’intricata matassa creata da Agatha Christie. Una storia dove (citando Alice) niente è come è e tutto è come non è, in cui anche i momenti forse un po’ più lenti o incomprensibili non sono altro che pezzi magistralmente e volutamente inseriti dall’autrice per la realizzazione di un puzzle complesso e accattivante. Hercule Priori poi è un personaggio straordinario, geniale, arguto e (sotto certi aspetti) piuttosto narcisista, una persona giusta, ma dotata di della brutale sincerità che o te lo fa amare o te lo fa odiare. Consigliatissimo.