Beatrice Simonetti e il Muro di Cenere

Il 12 Dicembre è uscito il terzo volume di una saga che attraversa la storia della Germania del ventesimo secolo. Si tratta de “Il Muro di Cenere” di Beatrice Simonetti edito da Delrai Edizioni, romanzo che segue “Il Fiume di Nessuno” e “ Il Cielo d’Acciaio”. 

 

Trama:  Berlino Est, 1963. Yannick Händler crede di essersi lasciato la guerra alle spalle, ma la città-prigione che lo circonda non permette redenzione. Le sue ferite non sanguinano più, ma parlano, e qualcuno sembra ascoltarle. Quando un omicidio scuote l’equilibrio fragile dell’apparato militare, Levi Repin, giovane soldato cresciuto nel culto dello Stato, si ritrova catapultato in una spirale di sospetti: qui ogni errore si paga con la vita, o peggio, con l’identità. Hedwig Hartmann, giovane donna sopravvissuta al passato, conosce il dolore e non ha più paura di guardarlo in faccia. Ma in una città dove ogni bussola morale è truccata, cercare la verità significa diventare un bersaglio. Tre destini intrecciati. Un regime che respira dietro ogni porta chiusa. E una domanda che nessuno può permettersi di fare ad alta voce: chi sopravvive davvero, in un luogo dove persino la memoria è controllata?

 La prima cosa da dire su questo romanzo è che, come i due precedenti di questa saga, è autoconclusivo e può essere letto in maniera indipendente dagli altri. Tuttavia, la trilogia nel suo insieme rappresenta il viaggio di famiglie e personaggi ricorrenti, le cui vite si trascinano durante alcuni dei periodi più tragici della nostra storia moderna, descritti in maniera vivida, intensa e accurata dall’autrice (è più che evidente, infatti, l’attento lavoro di documentazione storica). “Il Muro di Cenere”, in particolare, è un romanzo che mostra le conseguenze della seconda guerra mondiale attraverso diversi punti di vista: quello di chi è sopravvissuto agli orrori dei lager e quello di chi, nato verso la fine della guerra, si ritrova a portare il peso delle colpe dei propri padri e a pagare per gli orrori da essi compiuti. Il romanzo, a mio avviso, parte forse un po’ a rilento, ma pagina dopo pagina cattura il lettore che finisce con lo sviluppare una forte empatia con i suoi protagonisti.  Inesorabilmente, però, la storia raccontata dalla Simonetti finisce col colpire come un pugno allo stomaco, rivelando un orrore che trascende la guerra, trasmettendosi di generazione in generazione come una maledizione di sangue. Eppure, nonostante tutto, in questo romanzo io ho visto anche della speranza, la speranza che l’amicizia e gli affetti possano prevalere anche contro l’odio più profondo e viscerale; che possa essere il cuore, più del sangue, a definire chi siamo e che tutti i muri, un giorno, possano essere abbattuti. Sicuramente consigliato.

Gli Omicidi di Barbara Baraldi

Tutti abbiamo autori che amiamo in maniera speciale e che ci fanno fiondare in libreria ogni volta che pubblicano un nuovo libro. Nel mio caso, (ma sarei curiosa di sapere anche il vostro), Barbara Baraldi é uno di questi scrittori. Per questo sono stata immensamente felice quando é uscito il suo “Gli Omicidi dei Tarocchi”.

Trama:Trieste è una città abituata al silenzio, ma questa volta tace per paura. Un killer senza volto ha commesso due delitti: le vittime non sembrano avere nulla in comune, se non che sulle scene vengono trovate due carte dei tarocchi, la Temperanza e la Ruota della Fortuna. Appena la commissaria Emma Bellini le vede, il gelo la attraversa. Quelle carte fanno parte di un mazzo realizzato a mano da sua sorella Maia, artista e appassionata di esoterismo, con cui non parla da anni. Emma ora non può evitare il confronto. Deve ritrovare Maia, interrogarla, capire cosa leghi il mazzo agli omicidi. Maia, però, è atterrita: rivela di aver distrutto tutte le carte da tempo, dopo un evento drammatico che ha stravolto la sua vita e l’ha portata a rinnegare per sempre la divinazione. Un trauma che le ha lasciato una parola incisa nella memoria, come un’eco lontana o un marchio a fuoco. Safir. Quando un terzo cadavere viene ritrovato, con un’altra carta accanto, l’indagine diventa una corsa contro il tempo. Mentre Emma segue i fili logici di un enigma che sembra sfuggire a ogni razionalità, Maia rimette mano ai tarocchi per cercare di far pace con il passato. E, forse, per ritrovare sua sorella. 

Il nuovo romanzo della Baraldi, cattura e affascina con uno stile fluido, accurato e realistico in una storia che, però, non racconta solo un’indagine, ma le emozioni di due sorelle separate dalla vita che si ritrovano coinvolte in una serie di omicidi. Se una si trova a indagare sulla vicenda per lavoro, l’altra vi si ritrova coinvolta a causa di un mazzo di tarocchi che credeva distrutto per sempre, ma che riappare assieme ai ricordi e al dolore di un passato che sperava aver ormai sepolto definitivamente nella memoria. Una storia di destino e coincidenze, un intreccio dove l’aspetto psicologico ed emotivo ha lo stesso rilievo e importanza di quello investigativo e dove ogni dettaglio è studiato per mantenere viva l’attenzione e l’interesse del lettore. Sicuramente consigliato a tutti gli amanti del genere.

La Morte di un Dio


Avete presente quei romanzi che, una volta saputa la data di uscita, attendete con ansia e non vedete l’ora di leggere? E avete presente la bellissima sensazione che provate una volta che li avete tra le mani? Un po’ come quando, da piccoli, la mattina di Natale, trovavate sotto l’albero esattamente ciò che avevate desiderato. Beh, uno di questi libri, per me, è “Morte di un Dio” di Emanuela Valentini, uscito il 1 Luglio per Piemme.

Trama: “Miriam è cresciuta sulle montagne. Ha imparato le leggi della natura e degli uomini guidata da un padre amorevole, Libero, e da uno zio gentile, Primo. Ma non ha mai conosciuto altre persone. Sa del profumo buono di Libero, dopobarba e tabacco, e degli odori del bosco, che conosce uno per uno. Sa anche che alcune domande non vanno fatte: a volte i suoi due protettori litigano, diventano bruschi o violenti, e allora sa di dover rintanarsi nel silenzio. Un silenzio che è grande, lontano dalla città e dagli altri esseri umani. Eleonora, ricercatrice in antropologia, trasforma lo studio del caso di Chiara Ricci, una ragazza scomparsa, in una vera ossessione. Esplora le terre d’Appennino intorno a Rieti, cerca di individuare una pista. Ma brancola nel buio: Chiara è scomparsa da tre giorni nel Cicolano. Sono ettari di foreste e tonnellate di roccia. Forse nessuno la rivedrà viva. Lola è una giovane donna ricoverata in un ospedale psichiatrico dopo un Tso. Santo, lo psichiatra che la prende in cura, si impegna a costruire un legame sincero con lei, ma trova davanti un muro. Lola parla di ragazzine da salvare e divinità che muoiono sulla montagna. Nessuno la capisce. Le vicende delle tre donne, apparentemente separate, si intersecano e riportano all’eremo di Miriam, luogo impervio e misterioso. Perché sulla montagna si annida un tremendo e scandaloso segreto che le attende da anni.”

Questo nuovo thriller psicologico della Valentini, mi ha trascinato in una realtà fatta di mistero, di leggende e tradizioni, ma anche di umanità ed emozioni. Una storia che è come un dipinto fatto di tante minuscole pennellate, dettagli che si fondono l’un l’altro fino a creare una straordinaria immagine di insieme che solo alla fine si riesce a comprendere. Si può dire che i protagonisti di questo romanzo siano due: il primo è la Montagna, viva e onnipresente nei suoi svariati aspetto. A volte la Montagna è benevola, fonte di magia e meraviglia, la casa accogliente che offre rifugio e protezione; altre è un luogo oscuro e pericoloso, quello in cui vivono i mostri e gli Dei muoiono, vittime sacrificali della follia umana. Poi, c’è il secondo protagonista di questo romanzo: la mente umana.

Leggere “Morte di un Dio” ti trascina nei meandri della mente dei suoi personaggi, un viaggio che va in crescendo, fatto di orrori indicibili, di paura e disperazione, ma anche, inaspettatamente, di speranza. La speranza che ti dà una persona disposta ad offrirti il suo aiuto incondizionato e quella che ti dà la consapevolezza dell’amore, quella consapevolezza che ti fa sentire vivo e tu dà la forza di affrontare qualsiasi orrore.

Consigliassimo a chi ama i thriller ben costruiti, scritti con uno stile fortemente evocativo e capaci di lasciarti un segno.