Camelia e il mondo fantastico di Monica Spigariol.

Il 28 Febbraio è uscito per Delrai Edizioni “Camelia”, un romanzo per bambini ( e non solo) davvero molto particolare, scritto dall’autrice Monica Spigariol.

Trama: “Camelia viene da un mondo parallelo, Vista, ed è una pescatrice, ma non una pescatrice come la intendiamo noi! Il suo compito è quello di ritrovare degli oggetti perduti sulla Terra – che nessun terrestre riesce a vedere – e ricondurli sul suo pianeta. Ha vari strumenti per portare a termine il suo lavoro: indossa degli occhiali dorati molto grandi e altri accessori particolari. Non solo, ha una rete speciale per catturare i fuggitivi, che la rende effettivamente una pescatrice. Per fortuna non è sola, con lei c’è un v-animale, Nexi, che la consiglia da vero amico. Di solito riesce a portare a termine questo incarico senza grandi difficoltà, se non risultando un po’ bizzarra agli abitanti della Terra. La situazione si complica quando una pergamena le si infila letteralmente tra i piedi, comportandosi in modo troppo strano. Preoccupata, Camelia cerca di recuperarla, ma quando ci riesce, scopre una verità scomoda…”

Uno dei punti di forza del romanzo della Spigariol è sicuramente l’ambientazione, un mondo dove realtà ed elementi fantastici si fondono con splendida naturalezza, senza forzature o stonature di alcun genere, permettendo al lettore di immergervisi completamente fino a innamorarsene. Anche I personaggi sono ben definiti sebbene alcuni, a mio avviso, potevano essere sviluppati maggiormente. Quello che ho amato di più di questo libro, però sono sicuramente le sue tematiche.

Camelia, infatti, è un romanzo di formazione, una storia sull’accettare e capire se stessi non solo attraverso l’affrontare nuove esperienze, ma anche grazie al coraggio di fare quello che si ritiene giusto a dispetto delle regole imposte da un mondo superficiale, dove l’apparenza è tutto e niente può essere messo in discussione. Una lettura scorrevole, forse un po’ troppo veloce e semplicistica in alcuni punti (da ricordare, però, che stiamo pur sempre parlando di un libro per bambini), ma sicuramente piacevole e consigliata. Ovviamente aspetto con impazienza il seguito.

Le Fenici di Francesco Falconi

Ed eccomi qui, con un una nuova lettura appena conclusa e una nuova storia di cui parlare. Questa volt si tratta de “Le fenici della maremma”di Francesco Falconi.

Il romanzo è il seguito de “i grifoni della maremma” se prosegue la storia della famiglia Innocenti, attraverso lo sguardo di Federico, figlio di Mario, protagonista del precedente romanzo.

 

Trama:

Federico Innocenti ha solo 8 anni quando si trova ad affrontare i primi duri colpi della vita. In una famiglia segnata da tensioni, litigi e segreti mai risolti, Federico deve difendersi dalla violenza dei compagni di scuola, dalle laceranti dispute tra i genitori e dal rancore che ha distrutto il legame tra gli zii. Mentre il vuoto affettivo creato dal padre cresce dentro di lui, Federico si trova a confrontarsi con il proprio senso di inadeguatezza, sprofondando in un abisso emotivo che lo porterà persino a infierire contro il suo stesso corpo, costringendolo a combattere una battaglia silenziosa contro i propri lati più oscuri. Come una fenice, simbolo di morte e rinascita, Federico dovrà trovare la forza di risorgere dalle ceneri del suo passato, rompendo il ciclo di odio e dolore che ha segnato ogni attimo della sua vita, attraverso il confronto con la memoria delle nonne Italia e Carmela, le colonne portanti che hanno sempre sorretto la famiglia e custodito i più intimi segreti. 

Francesco Falconi arriva toccare le corde del cuore con questo romanzo struggente e intenso, che racconta le vicissitudini della famiglia Innocenti.
Cuore pulsante della famiglia sono Italia e Carmela, le due nonne di Federico, il protagonista; due personaggi meravigliosi che incarnano, ognuna a suo modo, la vera forza di quelle donne e madri che, attraverso il sacrificio e l’amore, riescono a trovare la soluzione di quello che nel libro viene definito come “il teorema dell’odio”.
E questa storia è proprio una lotta contro l’odio, un viaggio di Federico attraverso i ricordi per sconfiggere quel vuoto che per anni, in passato, lo aveva portato a far del male a se stesso e che rischiava di spingerlo a ripetere quel ciclo di rabbia e frustrazione che già un tempo aveva portato rimpianti e rancore nella sua famiglia.
Una storia che mi ha fatto piangere e sorridere, che mi ha spinto, pagina dopo pagina, a vivere la scrittura di Falconi attraverso innumerevoli emozioni. Un romanzo che ho amato davvero tanto e che consiglio di cuore.

L’uomo in nero fuggì nel deserto…

Rieccoooooomiiiiii! Ce ne ho messo di tempo a scrivere il primo post di quest’anno! Devo ammettere che è un periodo davvero intenso. Tra Leonardo, il mio bambino, che rende molto più “vivaci” le mie giornate e la scrittura, che procede speditamente come non accadeva da tanto, il tempo sembra scivolare via fin troppo velocemente. Per questo, oggi, voglio parlare di un volume molto, molto particolare.

 

“L’uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì”.

Questa è stata la prima volta che mi sono imbattuta in Randall Flagg ovvero “l’uomo in nero” appunto, personaggio ricorrente in molte opere di Stephen King.

Presente soprattutto come antagonista nel ciclo della “Torre Nera”, ma anche in opere come “l’ombra dello scorpione” o “gli occhi del drago”, l’uomo in nero rappresenta quello che per King è il vero male, ma come ha avuto origine?

Beh, tutto è iniziato da una poesia scritta circa cinquantanni fa, poesia a cui è dedicato questo speciale volume edito, per la prima volta in Italia, da Sperling & Kupfer.

 

Un libro in cui le parole di King si fondono con i disegni di Glenn Chadbourne, creando un’opera che rende in maniera magistrale l’essenza di questo personaggio alle sue origini. Ogni tratto delle tavole di Chadbourne contribuisce a dare forza alla poesia, trascinandoti in un viaggio profondamente disturbante. 

Eppure, nonostante lo strano senso di disagio che si prova a sfogliare le sue pagine, questo libro ti spinge, non solo ad andare avanti, ma anche a soffermarti su ogni tavola, facendoti percepire a ogni sguardo un dettaglio diverso e sempre nuovo e, alla fine, ti lascia con la sensazione che qualcosa ti abbia scavato nelle viscere.

Un volume molto piccolo, che si legge in pochi minuti ( in fondo contiene solo una poesia), ma che consiglio vivamente, soprattutto se vi siete già imbattuti nell’oscurità di Randall Flagg.