La Bambola assassina di Barbara Baraldi

La settimana scorsa, per me, è stata davvero intensa. Lunedì 21, infatti, è nato il mio bambino, il piccolo Leonardo, e per il periodo in ospedale, non potevo che scegliere di portare con me un libro molto, molto speciale. Speciale perché mi è stato regalato da due persone a me molto care, scritto da una persona per me altrettanto cara: la Bambola dagli Occhi di Cristallo di Barbara Baraldi.

Trama: Nei primi, convulsi anni del nuovo millennio, una Bologna cupa e torbida fa da scenario a una serie di omicidi agghiaccianti. Il killer è intrepido, sicuro di sé, e gli indizi che lascia accanto ai cadaveri sono messaggi di puro orrore. Il compito di decifrarli spetta all’affascinante e disilluso ispettore Marconi, che è stato tradito dal passato e vive ai margini di un presente denso di rimpianti. Nonostante lo scetticismo dei colleghi, sarà proprio lui a scoprire il filo rosso che lega le vittime: sono tutti uomini violenti. Per l’esattezza, violenti verso le donne. Mettendo insieme i tasselli di un intricato mosaico, Marconi inizia a costruire l’identikit: una donna bionda ed eterea. Un’assassina spietata. Una mente astuta. Si sta vendicando di qualcosa? O di qualcuno? L’indagine s’intreccia con le vicende di altri personaggi: l’introversa Eva, pubblicitaria piena di talento ma vessata dal suo capo, Nunzio, piccolo delinquente invischiato in un gioco più grande di lui, e Viola, che ha il dono – o la maledizione – di prevedere nei suoi sogni le scene dei crimini. Cosa lega le loro storie a quella della misteriosa Bambola giustiziera? Nei meandri di notti senza fine, gli eventi si susseguono in un implacabile crescendo dove è impossibile scorgere il confine fra colpa e redenzione, purezza e ferocia. Fino a un epilogo che lascia senza fiato. 

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato grazie a uno stile intenso e a capitoli brevi che danno vita una storia cupa e dal ritmo serrato, capace di lasciare il lettore nel dubbio e ribaltare le carte in tavola pagina dopo pagina fino al suo giusto finale.  Una storia nata diversi anni fa, ma che, nella sua nuova edizione,  ritorna a nuova vita e con nuovo vigore attraverso personaggi accattivanti e una trama intricata che si compone, pezzo dopo pezzo, come un puzzle complesso.

A far da cornice al tutto, c’è Bologna nella sua versione più nera, quella nascosta alla vista dei turisti, una Bologna bellissima e violenta come la Bambola che cammina per le sue strade inondandole di sangue e vendetta. Perché è di vendetta che questo romanzo parla: vendetta per tutte le donne violentate e uccise, per quelle che vivono nella paura di camminare liberamente per strada; per le vittime inascoltate di uomini violenti.

Consigliatissimo anche a chi non si è mai approcciato al genere.

I Libri di Sangue di Clive Barker

“Libri di sangue vol. 1-3” di Clive Barker è il primo di due volumi nei quali sono raccolti i primi racconti che hanno reso Barker lo scrittore di culto che è. Certo, non mi aspettavo una lettura leggera, ma devo ammettere che non mi aspettavo tanto da questa lettura.

Trama: Per coloro che conoscono Clive Barker per i suoi romanzi che attraversano i generi, questa edizione in una nuova traduzione dei Libri di Sangue è una gradita occasione per leggere i sedici racconti horror con cui ha dato il via alla sua carriera. Per coloro che già li conoscono, la toccante prefazione è una finestra che si apre nella mente dell’autore. Riflettendo dopo quattordici anni, Barker scrive: “Guardo queste opere e penso che l’uomo che le ha scritte non sia più vivo in me. […] Siamo i nostri cimiteri; ci accovacciamo tra le tombe delle persone che eravamo. Se siamo sani, ogni giorno è una festa, un Giorno dei Morti, in cui rendiamo grazie per le vite che abbiamo vissuto, e se siamo nevrotici rimuginiamo e piangiamo e desideriamo che il passato sia ancora presente.”

In questa serie di racconti, i primi che hanno dato il via alla sua carriera, l’autore di “Schiavi dell’Inferno” dimostra ancora una volta la sua capacità di scavare nel lato più oscuro e orrorifico della mente umana, generando, attraverso la parla scritta, incubi indicibili e arrivando a risvegliare paure più o meno inconsce nascoste nel profondo dell’animo del lettore.

Certo, non tutti i racconti sono eclatanti, ma ognuno ha la capacità di sconvolgere a tal punto il lettore da lasciargli un profondo senso di turbamento, ma, allo stesso tempo, di coinvolgerlo così tanto da rendergli difficile, se non impossibile, riuscire a staccarsi e interrompere la lettura.

Personalmente, leggerò di certo anche il secondo volume dei Libri di Sangue, ma li consiglierei? Se siete di stomaco forte e amanti del genere assolutamente sì, anche se forse non come prima lettura di un autore straordinario capace di colpire e sconvolgere a livello viscerale.

Le Povere Creature di Alasdair Gray

Credo sia capitato un po’ a tutti di voler leggere un libro dopo aver visto un film tratto da esso e devo dire che questo è uno di quei casi. Ho infatti acquistato il romanzo “Povere creature” di Alasdair Gray, dopo essere rimasta sbalordita dall’omonimo film e devo dire una cosa: per quanto sia diverso, non mi ha minimamente delusa.

Trama: Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera.

Fortemente gotico, a tratti grottesco, eccentrico e con un’impronta parodistica pungente e smaliziata, “Povere Creature” è un romanzo che cattura non solo per la sua storia a dir poco sopra le righe, ma anche per la sua struttura. Alasdair Gray, infatti, si dichiara solo “curatore” del libro che, in realtà, non è altro che una raccolta delle memorie di Archibald McCandless legate alla moglie Bella Baxter, giovane donna morta per annegamento e riportata in vita dal genio del dottor Goldwin Baxter.

 

Il libro offre ovvi riferimenti al Frankenstein di Mary Shelly e a numerosi altri autori dell’epoca vittoriani ed è capace tanto di spiazzare, quanto di affrontare tematiche importanti che vanno dalla disuguaglianza sociale all’importanza della memoria e dell’identità personale. Allo stesso tempo, però, è anche un inno al desiderio di libertà di una donna che, privata del passato, insegue i propri desideri alla scoperta di se stessa e del mondo. Un romanzo gotico, come ho  già scritto, a tratti grottesco e spiazzante, soprattutto alla fine dove, una volta terminata la storia scritta da Archibald McCandless, ecco che una lettera della stessa Bella Baxter arriva a stravolgere tutto, mettendo in discussione ciò che abbiamo letto in precedenza e rimescolando le carte. Subito dopo, però, è lo stesso “curatore” del libro, ovvero lo stesso Alasdair Gray a ribaltare le cose, fornendo delle “note” che provano la veridicità della storia di MvCandless. Ma quindi chi era davvero Bella Baxter? A quale versione della storia dobbiamo credere?

Non scriverò se viene data o meno una risposta al lettore, perché questo è un romanzo che vale davvero la pena di leggere e scoprire pagina dopo pagina. A dir poco geniale. Assolutamente consigliato.