Il Cielo d’Acciaio: un intenso viaggio attraverso la Seconda Guerra Mondiale.

Vi è mai capitato di imbattervi in un libro che, una volta iniziato, vi cattura in maniera totalmente inaspettata e viscerale? A me è successo di recente con romanzo che sono davvero felice di aver avuto l’occasione di leggere. Si tratta de “Il Cielo D’Acciaio”, scritto da Beatrice Simonetti ed edito da Delrai Edizioni.

Trama: Miroslaw Nowak è un reduce della Grande Guerra. Il primo conflitto mondiale gli ha portato via molte cose oltre alla gamba sinistra, ma non la voglia di vivere. Ormai felicemente sposato, ha un negozio di copricapi a Friedrichshain, anche se le difficoltà dovute alle sue origini ebraiche rendono il futuro incerto. Sarà, Yannick Händler, un ragazzino sfregiato, a sfidare le convinzioni sociali e ad affezionarsi ai Nowak, facendo breccia nell’animo dell’uomo e della figlia Käthe. Quattro anni dopo, Johannes Händler sogna a occhi aperti di diventare un aviatore della Luftwaffe e condivide le proprie ambizioni con Wolfgang Ebert, l’amico di sempre. Quella carriera gli è però preclusa, a causa dell’ostilità del padre nei confronti del partito nazionalsocialista, situazione che fa indispettire Hermann Reinke, gerarca nazista interessato a piegare la famiglia di Hannes agli ideali del Terzo Reich. Per questo il ragazzo pagherà a caro prezzo la realizzazione dei suoi sogni. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale sovvertirà gli equilibri internazionali e le vite di Miroslaw, Johannes ed Hermann si incroceranno come nessuno dei tre immaginava.

Quello della Simonetti è un romanzo che mi ha sorpreso e toccato, una storia intensa che si basa su uno studio attento e accurato della seconda guerra mondiale, ma che trova il suo punto di forza nei suoi personaggi, così vivi e complessi da entrarti dentro sia bene che nel male. Attraverso i suoi protagonisti, l’autrice ci trascina in un viaggio, dagli anni prima del conflitto (fatto da una parte di discriminazioni e paure, dall’altra di speranze e sogni di gloria) agli orrori della guerra dove tutte le certezze finiscono per crollare, lasciando lo spazio solo al dolore e alla disperazione. Al centro di tutto però, c’è una sola cosa: l’amore. L’amore per i propri figli che porta alle più estreme forme di sacrificio, e l’amore tra due ragazzi, capace di spezzare qualsiasi sicurezzza, ma anche di combattere ogni forma di odio, un amore puro e delicato che commuove e finisce col toccarti il cuore. Ho ammirato tanto il rispetto e la forza con cui l’autrice ha affrontato i temi delicati di questo libro, arrivando a creare una storia che rappresenta un omaggio agli oppressi e ai discriminati, una celebrazione della vita e dell’amore che vale la pena di essere letta. Consigliatissimo.

Auschwitz e l’importanza di conoscere e ricordare.

La lettura è spesso uno svago, un’occasione per fuggire un po’ dai problemi e dalla realtà quotidiana. Ci sono libri, però, che invece la realtà te la mostrano storie che devono essere lette perché non possono essere dimenticate.

Trama: Victor Capesius non fu un farmacista qualunque. Rappresentante in Romania dell’azienda chimica e farmaceutica tedesca Farben/Bayer, si unì alle SS all’età di 36 anni e divenne in breve tempo il responsabile della farmacia del più grande campo di concentramento nazista: Auschwitz. Basandosi su documenti originali, Patricia Posner ricostruisce le nefandezze compiute da Capesius e dai suoi collaboratori, che contribuirono a creare quel clima di terrore e di morte di cui Auschwitz è simbolo ancora oggi. Vent’anni dopo la fine della guerra, grazie al coraggio di un giudice e alle testimonianze preziose di un gruppo di sopravvissuti, uno dei peggiori boia di Auschwitz – coinvolto nell’utilizzo dello Zyklon B, il gas letale – venne finalmente portato sul banco degli imputati e condannato. Ma il lavoro meticoloso della Posner si sofferma anche sulle inquietanti responsabilità di una grande azienda come la Bayer, che diede un contributo decisivo alla realizzazione del piano di sterminio voluto dal regime nazista.

“La farmacia di Auschwitz” non è un libro semplice da leggere e non solo per la grande quantità di nomi e informazioni che si trovano al suo interno né per lo stile molto cronachistico che per alcuni potrebbe risultare piuttosto pesante. Ciò che rende difficile questo libro è la consapevolezza che tutto ciò che è scritto al suo interno è frutto di testimonianze e attenta documentazione. La storia di Victor Capesius, la sua volontaria e fredda collaborazione agli orrori di Auschwitz e il suo successivo processo, mi hanno mostrato un lato della storia che non conoscevo bene come avrei pensato e che mi ha aperto gli occhi su molte cose. In un periodo storico difficile come il nostro, non mi sento di consigliare questo libro come farei con un qualsiasi romanzo o racconto. Quello che mi sento di dire è leggete, documentatevi, cercate libri che vanno anche al di là del mero intrattenimento (e non parlo solo di letture legate a quanto particolare e terribile periodo storico). Perché non c’è mai fine a quello che non sappiamo e che può aiutarci a capire e a cambiare il presente. Perché non c’è romanzo o racconto horror più terribile dei capitoli oscuri della storia dell’uomo né mostro più spaventoso dell’essere umano stesso all’apice della sua spietatezza e indifferenza. E questo non dobbiamo e non possiamo dimenticarlo, per non rischiare di diventare noi stessi i mostri dei nostri incubi.