Avatar, la via dell’acqua e le meraviglie di Pandora.

Ieri sono finalmente riuscita riuscita andare a vedere ” Avatar – la via dell’acqua”, un film che stavo aspettando da tanto tempo e sul quale, devo ammettere, avevo un po’ di timore proprio per le aspettative che avevo su di esso. Ora posso dire con sicurezza e sollievo, che le aspettative non sono statere niente deluse.

In questo secondo capitolo, Jacke e Neytiri sono genitori, dediti a proteggere la propria famiglia, soprattutto quando la gente del cielo (gli umani) tornano a minacciare Pandora e a scatenare la propria vendetta su di loro.

E la famiglia è proprio il fulcro principale della storia. Nella prima parte del film, i due protagonisti di “Avatar” sono personaggi quasi marginali. A spiccare di più sono proprio i loro figli e il rapporto che hanno sia con i genitori che con il complesso mondo in cui vivono. Nella seconda parte invece, ecco che Jake e Neytiri tornano a spiccare ed è allora che viene mostrata la crescita e il cambiamento maggiori dei due personaggi. Il primo, da padre duro e severo che sente in maniera molto forte il peso delle sue responsabilità, arriva ad aprire gli occhi e a “vedere” davvero i suoi figli per quello che sono, non per quello che si aspetta da loro. La seconda, all’inizio in apparenza molto in disparte e quasi succube delle decisioni di Jake, si rivela essere il cuore della famiglia e dimostra che non è vero che l’inferno non conosce furia più grande di una donna respinta.

In realtà l’inferno non conosce furia più grande di una madre a cui hanno toccato il figlio.

Non mancano però anche i temi ambientali che già venivano ampiamente trattati nel primo film, temi che sono molto ben sviluppati, senza a mio avviso risultare pedanti. Se devo trovare dei difetti, forse alcune cose (a livello di sviluppo della trama) sono un po’ scontate e si sente molto il fatto che questo è una sorta di film “di transizione” tra il precedente Avatar e i film successivi. Impossibile quindi vederlo in maniera “indipendente”, come un film autonomo.

Nonostante alcune imperfezioni comunque, come già accennato, io da “Avatar – la via dell’acqua” ho avuto esattamente quello che desideravo: meraviglia. Per tre ore, per niente pesanti, sono rimasta incantata, spesso a bocca spalancata per la bellezza delle immagini e delle ambientazioni. Un vero spettacolo per gli occhi e per il cuore. E lo ammetto, questo film mi ha fatto anche versare qualche lacrima, emozionandomi in alcuni punti in maniera profonda e toccante. Consigliato e davvero felice di averlo visto al cinema.

Quando ha inizio qualcosa di importante

Ultimamente sono stata un po’ assente dal blog a causa di un periodo davvero molto denso e importante sia a livello professionale che lavorativo.  Nel primo caso, dopo una storia a distanza durata cinque anni, a fine Luglio lascerò Torino per andare a vivere nel Cremasco con il mio ragazzo cosa che, da maschio mancato e testarda indipendente cronica quale sono, sinceramente non avrei mai osato sperare.  Un cambiamento importante e un trasloco che mi terrà impegnata nonché senza connessione internet praticamente tutto il mese  (non avete idea della roba che si accumula in giro per casa in anni di vita da sola XD)

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La novità di cui voglio parlare maggiormente è però legata al lavoro e a una collaborazione della quale sono davvero molto orgogliosa: quella col giornale online dell’Agenzia Fotografica Realy Easy Star ovvero il “The Living News”.  Sono stata contattata diverso tempo fa dalla responsabile del giornale che mi ha proposto di diventare responsabile della loro sezione di letteratura.  Ovviamente sono stata più che onorata della proposta nonché entusiasta di poter collaborare con un team di persone non solo serie e competenti nel loro lavoro, ma anche appassionate e determinate.

Oggi ha quindi ufficialmente inizio questa nuova collaborazione con il lancio del giornale (questo il link alla home page) e con la mia prima recensione (ecco qui il link). Spero vogliate seguirmi in questa nuova esperienza e che ciò che scrivo possa piacervi.

In questo caso credo proprio sia il caso di prendermi un pochino sul serio 😉