Sara Bennati e la sua Arianna

I miti Greci sono sempre stati fonte di ispirazione per opere di ogni tipo, ma non tutte riescono a trasmettere la forza e l’epicità delle storie originali, trasmettendo allo stesso tempo emozioni e grandezza. Beh, Sara A. Bennati, con la sua “Maledizione di Arianna” c’è riuscita.

Trama: Arianna, figlia del crudele Minosse, sovrano di Creta, è stata da sempre considerata solo un oggetto senza volontà, una merce da vendere al miglior offerente, non ha mai avuto la possibilità di scegliere il proprio destino. Per questo, quando il bellissimo Teseo, giunto a rinegoziare i termini della sottomissione di Atene, sembra interessarsi a lei, gli propone di aiutarla a fuggire portando con sé la madre Pasifae e le sorelle minori, per salvarle dagli abusi paterni. Ma i due vengono scoperti e rinchiusi nel labirinto presidiato dal mostruoso minotauro. In questa vasta struttura sotterranea, ricca di passaggi segreti e piani nascosti, che si snoda sotto l’isola e che nessuno sa quanto davvero sia estesa, Teseo rivelerà la sua natura più brutale, mentre gli ostaggi ateniesi verranno decimati a poco a poco. Arianna potrà contare solo su sé stessa e sull’aiuto di altre donne coraggiose come lei per ottenere la libertà, fuori dal labirinto, di essere la persona che vuole essere davvero.

Si dice che siano i vincitori a scrivere la storia e anche in questo caso, spesso, le uniche voci ascoltate sono quelle dei ricchi e dei privilegiati. Ma in ogni storia, in ogni mito o leggenda, ci sono altre voci che, spesso, rimangono ignorate: quelle delle vittime, degli inermi e dai deboli lasciati indietro e dati in pasto alla storia.

In questo romanzo, Sara Bennati mostra una versione diversa del mito del labirinto del Minotauro, mostrando il punto di vista delle “vittime”, non solo quelle offerte in sacrificio al mostro, ma anche quelle dello spietato Minosse, a partire dalla stessa Arianna che, da giovane rassegnata e sottomessa alle crudeltà del padre, si trasforma in qualcosa di diverso, trovando la forza di affrontare non solo il labirinto, ma anche i veri orrori che si celano dietro di esso. 

Una storia attraverso la quale l’autrice dà una voce forte ai deboli, una voce che è come una musica vibrante di forza e rabbia capace di trascinare e travolgere il lettore, coinvolgendolo a livello viscerale. Consigliatissimo.