I Vangeli di Pinhead

Urca ragazzi! avete presente quelle settimane che passano come un tornado e tu arrivi a Giovedì e pensi: ” ma che caz…. di fine hanno fatto gli altri tre giorni della settimana?” Beh, diciamo che questo è un po’ il motivo per cui questo post lo pubblico solo oggi (so fusa ragazzi, comincio a invecchiare). In ogni caso , per farmi perdonare, vorrei parlare del terzo e ultimo capitolo della saga di Hellraiser ovvero “Vangeli di Sangue”. Sicuramente un romanzo che vale la pena leggere a patto che si eviti il paragone con “Schiavi dell’inferno”. 

Trama: Il sequel di The Hellbound Heart (Schiavi dell’Inferno) segna il ritorno di Pinhead, personaggio iconico e signore dei cenobiti, insieme a un altro noto personaggio barkeriano, il detective dell’occulto Harry D’Amour. Una discesa nelle viscere dell’Inferno, attraverso la città dei dannati, il monastero dei cenobiti, tribù di demoni, creature abissali e la cattedrale di Lucifero, fino allo scontro finale tra due creature archetipali. 

La storia è accattivante e, dopo un inizio forse un po’ tentennante, arriva a rapire e trascinare il lettore in un agghiacciante viaggio all’inferno, capace di lasciare il lettore profondamente turbato. Quello che però manca, a mio avviso, rispetto al primo libro della serie è “la componente umana”. Se in “schiavi dell’inferno” a essere protagoniste sono le passioni e le perversioni umane e cosa è pronto a fare l’uomo per soddisfarle: in “Vangeli di sangue” l’essere umano viene relegato a spettatore di un’odissea per la conquista dell’inferno e la soddisfazione delle brame di Pinhead. 

Un romanzo che comunque consiglio a chi avesse già letto i precedenti capitoli della saga (e che ho apprezzato molto, molto di più de “il Tributo), ma dal quale mi sarei aspettata qualcosina in più.