Barbara Baraldi per Janis Joplin

Ci sono libri che leggiamo con piacere, altri che ci annoiano, altri ancora che divoriamo pagina dopo pagina, incapaci di riuscire a staccare gli occhi, assaporando ogni singola parola. Poi ci sono libri come “Il fuoco dentro. Janis Joplin” di Barbara Baraldi, quei libri che inizi e che poi hai paura ad andare avanti a leggere perché ti bruciano il cuore, riportando a galla ricordi e facendoti vivere emozioni viscerali.

Trama: Non sa dire, Janis, perché detesti tanto Port Arthur, la piccola città del Texas dove è nata e cresciuta. Forse è l’aria asfittica o il perbenismo imperante, oppure il fatto che, a parte lei, nessuno sembra accorgersi che il mondo sta cambiando. Sono gli anni Cinquanta e Janis è un’adolescente inquieta. Non è docile, non è gentile, non fa niente per apparire bella. Legge On the road e sogna di andarsene. I suoi genitori non la capiscono; come potrebbero? E i compagni aspettano che nessuno li veda per bullizzarla brutalmente nei corridoi della scuola. Così Janis si convince di non meritare amore. Di non meritare niente. Di sé apprezza solo una cosa: la voce, quel grido limpido e sporco che la libera da ogni dolore. C’è una vecchia foto in cui ha tre anni e sorride. Sul bordo sua madre ha scritto Si addormenta cantando. Non lo sa ancora, ma di cantare non smetterà mai. Barbara Baraldi tinge di nero la storia della rocker più grande di tutti i tempi per dare vita a un romanzo travolgente. Janis divampa come un fuoco nei suoi perenni contrasti: il sogno di un’esistenza normale e la seduzione feroce del successo, la sete d’amore e la solitudine fuori dal palco, la disperazione cosmica e il tentativo di placarla nell’abbraccio dolce e spietato dell’eroina. E poi il sesso e le risse con Jim Morrison, l’alba al Chelsea Hotel insieme a Leonard Cohen, la fratellanza con Jimi Hendrix, l’attrazione devastante per Peggy Caserta. La musica, su tutto: estrema rivalsa, via di salvezza, dea consolatrice a cui immolare l’anima. Fino alla fine, e per l’eternità.

Quest’opera di Barbara Baraldi non è una biografia né vuole esserla, ma si approccia in maniera umile e onesta alla vita dell’artista, raccontandone la storia con intensità e un’attenzione nata da un lungo studio e un profondo rispetto. Un romanzo che non parla solo di una cantante, ma della donna che si nascondeva dietro di essa; una donna fragile e tormentata che ha trovato nella musica la propria passione, la sua stessa essenza vitale. Janis non può vivere senza cantare eppure, neppure quello sembra bastare a salvala perché il vero nemico, il vero male, non proviene dal mondo esterno, ma da se stessa. E quando siamo noi il nostro nemico anche un’ancora di salvezza può finire col trasformarsi in un peso insostenibile.

Un’opera intensa e meravigliosa che consiglio sia a tutti coloro che conoscono e amano Janis Joplin che a coloro che non hanno ancora avuto modo di incontrare la sua musica. Fidatevi di me: provate a conoscere Janis. Vi brucerà nell’anima.