Asimov e la fisica

Questo è sicuramente uno dei libri più complicati che io abbia mai provato a leggere, per questo forse ci ho messo tanto a finirlo (e per questo, forse sono rimasta un po’ indietro con i post). L’ho iniziato un po’ come una sfida, cedendo anche alle provocazioni di mio marito, ma devo dire che non solo è stata una grande soddisfazione per me riuscire a finirlo, ma che questo libro mi ha dato anche più di quanto mi sarei aspettata.

Trama: Isaac Asimov, illustre studioso e brillante divulgatore scientifico, ma anche grandissimo scrittore di science fiction, ha costruito questa volta una vera e propria «biografia delle scienze fisiche». Il presente volume, che nel mondo anglosassone è diventato una «bibbia della fisica», ci introduce, in forma semplice ma rigorosa, ai segreti dei quasar e dei buchi neri, dei quark e degli acceleratori di particelle, dell’intelligenza artificiale e delle fonti di energia, sia essa quella «sporca» sia quella «pulita». Un vero, completo manuale, ma anche un «romanzo» affascinante sia per il profano sia per l’uomo di scienza.

Non si tratta di un romanzo, ma di un vero e proprio libro di divulgazione scientifica che tratta la materia partendo dal “macro”, con capitoli che trattano dell’universo a partire dalla sua nascita, per poi arrivare a parlare delle galassie, del sistema solare e ogni suo pianeta.  Un lungo capitolo viene poi dedicato alla terra che viene trattata nel dettaglio dal nucleo all’atmosfera. Dopodiché si passa “al micro”, scendendo sempre più nel dettaglio fino ad arrivare alla tavola degli elementi, alle particelle, al nucleo e alla sua struttura. Vengono poi trattate le 4 forze principali che agiscono nell’universo e, nei capitoli finali, le macchine create grazie alle numerose scoperte legate alla fisica, fino ad arrivare all’Era Atomica, dalla creazione della bomba atomica in poi.

Non è un libro che consiglierei a tutti, perché molto complesso e pieno di formule e nomi nonché concetti che, ammetto, a volte ho dovuto rileggere più volte. Nonostante questo, Asimov è riuscito comunque a interessarmi, grazie anche a uno stile chiaro e comunque accessibile. Quello che forse è l’unico, vero difetto di questo libro è che, ovviamente, pur avendo avuto diverse revisioni, queste si fermano verso la metà degli anni 80 (essendo Asimov morto nel 1992) e ciò in qualche modo lo limita, non trattando, infatti, le scoperte più recenti.

Se comunque siete interessati all’argomentato e avete voglia di mettervi in gioco con una lettura impegnativa, questa sicuramente fa per voi. 😉

Asimov e la genesi delle Fondazioni

Quando si parla di fantascienza, Asimov è sicuramente una garanzia e il Ciclo delle Fondazioni è di certo la sua serie di opere più famose. Di questa serie, “Fondazione Anno Zero” rappresenta la fine del principio, l’ultimo dei due prequel che svelano come tutto ha avuto inizio.

Il romanzo è appunto l’opera che segna la fine della nascita della Psicostoria e la genesi delle Fondazioni, una parabola ascendente che mostra l’inesorabile declino dell’Impero attraverso gli occhi di Hari Seldon in tre tappe fondamentali della sua vita nelle quali lo scienziato viene mostrato in maniera profondamente umana. Attraverso perdite e sofferenze, ma anche gioie e vittorie, il lettore si trova a immergersi completamente nella vita di quest’uomo, un uomo che ha fatto della propria scienza e della propria idea, il fulcro della sua intera esistenza arrivando a perdere e sacrificare molto, alcuni direbbero troppo, per essa. Un libro che vale davvero la pena di leggere (come tutto il ciclo delle Fondazioni) perché con il suo stile scorrevole e affascinante, Asimov ti entra dentro, spalancandoti le porte di un intero universo.

Prima della Fondazione, la Psicostoria

Asimov è uno di quegli autori di cui o ti innamori alla prima lettura o… basta mi limito a questo perché per me è stato così: ho amato Asimov fin dalla prima volta che l’ho letto così come mi sono innamorata delle sue opere forse più famose ovvero quelle legate alla Fondazione.

Trama: Nell’anno 12020 dell’Era galattica Hari Seldon, un oscuro matematico originario di Helicon, giunge sul pianeta Trantor per presentare le teorie sperimentali di una nuova scienza, la psicostoria, in grado di prevedere il futuro. L’ipotesi avanzata dallo scienziato accende subito l’interesse dell’imperatore e dei potenti personaggi che gravitano intorno a lui. Ma tra lusinghe, raggiri e intrighi di palazzo, Seldon si trova presto in pericolo… Inizierà così una lunga e avventurosa fuga per le gigantesche cupole di Trantor alla ricerca di quella misteriosa chiave che gli consentirà di capire l’intero passato del genere umano e di aprire le porte al suo futuro.

Quando leggi il ciclo della Fondazione , Hari Seldon viene visto come una figura mitica, un genio la cui Psicostoria avrebbe permesso alla Galassia di evitare secoli di caos dopo la caduta dell’Impero. In “Preludio alla Fondazione”, Asimov ci mostra come Seldon è passato dal considerare la Psicostoria come una teoria inattuabile al vederla come una possibilità concreta, di come sono state gettate le basi per la nascita della Fondazione. In questo romanzo ecco che Hari Seldon esce dal mito e viene mostrato come uomo e scienziato e con esso viene mostrato anche Trantor, pianeta capitale dell’Impero Galattico. In esso, Seldon viene costretto alla fuga, ritrovandosi a entrare in contatto con numerose realtà diverse, mondi più piccoli all’interno di un pianeta più grande dove l’umanità mostra attraverso innumerevoli sfaccettature, il lato migliore e peggiore di sé. Un romanzo nel quale l’autore ha disseminato ovunque piccole briciole, indizi che finiscono per convergere in un finale spiazzante, ma sicuramente degno. Consigliatissimo.