La lotteria di sangue di Stephen King

Con “Never Flinch – la lotteria degli innocenti”,  Stephen King torna a raccontare di quello che, ormai, è diventato un suo personaggio iconico: Holly Gibney, un personaggio nel quale mi rispecchio molto, con le sue insicurezze, la sua timidezza e la sua poca autostima (sì, non proprio un quadro esaltante, ma è questo che la rende così profondamente umana e “vera”). Per questo sono stata felice di ritrovarla in questa nuova opera del Re.

Trama: Quando il dipartimento di polizia di Buckeye riceve una lettera che minaccia una diabolica missione di vendetta, per l’ispettrice Izzy Jaynes inizia un’indagine oscura e pericolosa. Per fermare chi promette di «uccidere tredici innocenti e un colpevole» come riscatto per «l’inutile morte di un innocente», c’è bisogno della detective Holly Gibney. Nel frattempo, Kate McKay, attivista carismatica, simbolo di una nuova ondata di femminismo, inizia un tour di conferenze che attraverserà diversi Stati. Mentre le sale si riempiono di sostenitori e detrattori, qualcuno trama nell’ombra per metterla a tacere. All’inizio si tratta solo di piccoli sabotaggi, ma presto il pericolo si fa reale. Holly accetta di fare da guardia del corpo a Kate, tra la difficoltà di difendere chi non accetta protezione e l’accanimento di uno stalker rabbioso che agisce nel nome di una verità distorta. 

Un romanzo che scorre come un fiume in piena, anzi due fiumi, perché parte dando l’impressione di raccontare due storie del tutto separate l’una dall’altra, ma che poi finiscono col collegarsi non solo attraverso i loro protagonisti, ma anche tramite vicende cariche di tensione, ma anche di spunti per riflessioni su temi delicati come il fanatismo religioso o il diritto di aborto. Un romanzo magistralmente strutturato che segue i punti di vista di diversi personaggi e conduce a un finale sì veloce, ma che trascina e dal quale non riesci a staccarti. Perché un finale può essere sì veloce, ma se coerente con la narrazione e con il giusto ritmo riesce comunque a lasciarti quel senso di soddisfazione e appagamento che si prova dopo ogni buona lettura. Consigliato? Assolutamente si, anche se, magari, se non conoscete il personaggio di Holly Gibney e i suoi amici, vi consiglio di andarvi a rileggere i romanzi precedenti che raccontano le loro storie perché, ovviamente, i riferimenti non mancano. 

Il Matrimonio di Jason Rekulak

Non ho letto altre opere di questo autore di Jason Rekulak, ma avendo sentito parlare dei suoi lavori e avendo trovato la trama di questo libro interessante (oltre che, confesso, l’eBook in promo), ho deciso di provare ad approcciarmi a questo autore con questo suo nuovo romanzo. Peccato che questo sia uno dei casi in cui, a mio avviso, la trama sia del tutto fuorviante. Lascia infatti presupporre un romanzo dove a essere protagonisti sono padre e figlia, ma a essere protagonista è solo lui e la figlia… beh, non voglio fare spoiler, ma diciamo che a dubitare delle proprie scelte non sarà certo lei. 

Trama: Maggie ha tutto ciò che ha sempre sognato: un matrimonio perfetto con Aidan Gardner, artista dotato e rampollo di una delle aziende più potenti d’America. Ma per completare la sua felicità, manca la riconciliazione con il padre, Frank, che non vede da tre anni. Frank, deciso a riavvicinarsi a Maggie, è pronto a evitare gli errori del passato, anche se Aidan si dimostra scostante e sembra nascondere qualcosa. Durante un fine settimana che segnerà la loro vita, emergono segreti inquietanti: qualcuno accusa Aidan della scomparsa di una ragazza, e Maggie inizia a dubitare delle sue scelte. Padre e figlia saranno costretti a confrontarsi con le loro differenze e a rivelare verità inconfessabili, in un crescendo di tensione che potrebbe mettere a rischio le loro vite.

Questo romanzo parte piuttosto bene, con una storia che va in crescendo e che sembra debba “esplodere” da un momento all’altro, cosa che però non fa. La scrittura è molto fluida, a tratti accattivante e ci sono alcuni colpi di scena che lasciano il lettore spiazzato e che lo spingono a voler continuare a leggere, ma la verità è che, alla fine, questo è un libro che ti lascia ben poco. I personaggi sono a tratti stereotipati, a tratti irritanti, il più delle volte poco credibili e la storia sembra voler puntare tutto solo sui colpi di scena, perdendosi poi, però, in un finale troppo frettoloso per essere davvero d’impatto. Peccato, in ogni caso proverò comunque a leggere altri lavori di questo autore per vedere se, magari, il mio mancato coinvolgimento nei confronti di questo libro è dovuto al mio stato emotivo al momento della lettura o se, semplicemente, il suo stile non è nelle mie corde.

Il Gotham Cafè di Stephen King

Un giorno, Stephen King passa davanti a un ristorante. Attraverso una vetrina, vede una coppia intenta a litigare. La coppia sta raggiungendo il proprio tavolo, guidata da un cameriere che, dalla vetrina, si volta a osservare King, con un sorrisetto che colpì molto lo scrittore. Da questo breve momento è nato il racconto “Pranzo al Gotham Café”. 

Trama: Un uomo di nome Steve Davis un giorno torna a casa e trova un biglietto da parte della moglie, Diane, che lo informa freddamente di averlo lasciato e che intende divorziare da lui. La sua partenza spinge Steve a smettere di fumare, ma ciò lo porta a soffrire di astinenza da nicotina. Quando l’avvocato della donna, William Humboldt, lo chiama per organizzare un incontro per discutere i termini del divorzio e propone un pranzo al Gotham Café, Steve accetta. La disperazione provocata dall’astinenza e dalla presenza della ex è quasi insopportabile, ma tutto ciò è niente in confronto agli orrori che lo attendono nell’esclusivo ristorante di Manhattan..

Pubblicato già in precedenza nella raccolta “Tutto è Fatidico”, questo racconto breve di King viene riproposto in un’edizione tutta nuova, con delle splendide illustrazioni di Javier Olivares che impreziosiscono l’opera, aumentando quel senso di macabro e grottesco che si percepisce man mano che si va avanti nella lettura (una lettura piuttosto veloce, essendo un libro con meno di un centinaio di pagine). Una storia che trova il suo punto di forza nel suo essere a tratti surreale, a tratti angosciante e che, attraverso la mente sconvolta del protagonista, mostra che, a volte, gli orrori più grandi si trovano nei posti più impensati. Se mi sento di consigliarlo? Sì, se siete amanti e collezionisti delle opere del Re, altrimenti, forse sarebbe meglio approcciarsi prima ad altri capolavori di King, visto anche il prezzo di copertina non indifferente.