L’uomo in nero fuggì nel deserto…

Rieccoooooomiiiiii! Ce ne ho messo di tempo a scrivere il primo post di quest’anno! Devo ammettere che è un periodo davvero intenso. Tra Leonardo, il mio bambino, che rende molto più “vivaci” le mie giornate e la scrittura, che procede speditamente come non accadeva da tanto, il tempo sembra scivolare via fin troppo velocemente. Per questo, oggi, voglio parlare di un volume molto, molto particolare.

 

“L’uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì”.

Questa è stata la prima volta che mi sono imbattuta in Randall Flagg ovvero “l’uomo in nero” appunto, personaggio ricorrente in molte opere di Stephen King.

Presente soprattutto come antagonista nel ciclo della “Torre Nera”, ma anche in opere come “l’ombra dello scorpione” o “gli occhi del drago”, l’uomo in nero rappresenta quello che per King è il vero male, ma come ha avuto origine?

Beh, tutto è iniziato da una poesia scritta circa cinquantanni fa, poesia a cui è dedicato questo speciale volume edito, per la prima volta in Italia, da Sperling & Kupfer.

 

Un libro in cui le parole di King si fondono con i disegni di Glenn Chadbourne, creando un’opera che rende in maniera magistrale l’essenza di questo personaggio alle sue origini. Ogni tratto delle tavole di Chadbourne contribuisce a dare forza alla poesia, trascinandoti in un viaggio profondamente disturbante. 

Eppure, nonostante lo strano senso di disagio che si prova a sfogliare le sue pagine, questo libro ti spinge, non solo ad andare avanti, ma anche a soffermarti su ogni tavola, facendoti percepire a ogni sguardo un dettaglio diverso e sempre nuovo e, alla fine, ti lascia con la sensazione che qualcosa ti abbia scavato nelle viscere.

Un volume molto piccolo, che si legge in pochi minuti ( in fondo contiene solo una poesia), ma che consiglio vivamente, soprattutto se vi siete già imbattuti nell’oscurità di Randall Flagg.