Chi mi conosce bene (molto bene) sa che adoro Michael Crichton e i suoi lavori, amo la sua scrittura accurata e dettagliata nata da un attento studio della materia trattata. Proprio per questo, ovviamente, non potevo esimermi dal leggere “Stato di Paura” nel quale Crichton affronta l’importante (e delicato) tema dell’emergenza climatica.
Trama: A Parigi un fisico viene assassinato dopo aver eseguito un esperimento per una bella visitatrice. Nella giungla della Malesia, un misterioso imprenditore fa costruire un impianto di cavitazione dalle caratteristiche molto particolari. A Vancouver una fantomatica società affitta un mini-sommergibile da utilizzare nelle acque della Nuova Guinea. E a Tokyo un agente segreto cerca di capire che cosa significa tutto questo. Così inizia “Stato di paura”, il romanzo più ambizioso di Michael Crichton.
Sebbene questo romanzo parta in maniera forse un po’ spiazzante, una volta ingranata, la storia trascina in una fusione perfetta di azione e riflessione sia sulle tematiche ambientali che sulle organizzazioni che (in teoria) dovrebbero impegnarsi s risolvere il problema del surriscaldamento globale. Il punto forte di questo libro è proprio il suo portare alla riflessione, il suo indurre a porsi delle domande. Man mano che si procede nella lettura, il lettore viene spinto a dubitare di ciò che crede di sapere e ad approfondire le proprie conoscenze (in questo caso proprio dei problemi legati all’inquinamento e al surriscaldamento globale) attraverso uno studio più accurato, senza limitarsi al sentito dire o alle informazioni superficiali.
Un romanzo che consiglio vivamente e che, secondo me, può aiutare a sviluppare un maggior senso critico verso noi stessi e verso ciò che pensiamo di conoscere.