Sono da poco uscita dal cinema dove, dopo una lunga, lunghissima attesa, sono andata a vedere “Lo Hobbit: la desolazione di Smaug”, un film sul quale sbavavo ormai da un anno (esattamente da dopo aver finito di vedere il primo XD)
Premetto che apprezzo davvero molto i film che si discostano dai romanzi da cui sono tratti per dare loro una reinterpretazione mantenendone però l’essenza e devo dire che, in tutti i suoi film, Peter Jackson c’è sempre riuscito (ed essendo un’adoratrice dei romanzi di Tolkien sono davvero molto esigente a riguardo).
Ovviamente però il caro, non più rubicondo Jackson ha voluto metterci molto del suo e in alcuni casi lo ha fatto bene mentre altre sboronate poteva anche risparmiarsele.
Prima voglio parlare dei pregi del film visto che mi è piaciuto davvero molto.
Finendo di vedere “Un viaggio inaspettato” per un attimo ho temuto che tagliassero dal seguito la figura di Beorn così come avevano fatto con l’amato Tom Bombadil, ma per fortuna non è stato così. Certo ha avuto una parte molto marginale, ma almeno non è stato del tutto eliminato e questi sono bei punti a favore del film.
Altro punto a favore è che Jackson è riuscito a farmi stare altamente sul caz*o Thranduil, padre di Legolas e re degli elfi silvani di bosco atro. Per quanto gli elfi possano essere alti, belli, fighi e bravi in tutto Thranduil era assolutamente un personaggio che NON poteva piacere. Doveva essere egoista, odioso, al limite dell’irritante, lontano dalle figure come Galadriel o Elrond e così è stato. BRAVO JACKSON!
Devo dire che l’introduzione di Legolas non è stata molto fastidiosa anzi lui e Tauriel vengono usati principalmente per mantenere la presenza degli elfi nella storia (e renderli anche partecipi della battaglia dei cinque eserciti che si vedrà nel terzo film) oltre che per accalappiare tutte quelle che sbavavano dietro al biondo elfo (sì, va bene ero tra quelle, ok? Problemi? 😛 ). L’elfa poi aiuta molto a non far odiare del tutto gli elfi che altrimenti avrebbero un calo di popolarità devastante. Tauriel infatti è molto più umana e generosa perfino di Legolas che comunque subisce in maniera più che evidente l’influenza del padre. E poi diciamolo Galadriel non poteva essere l’unica presenza femminile, cazzo! Fateci caso: quante donne avete visto nei primi due film? Su! Contatele e ditemi!
Tornando a Legolas ho riso da matti alla scena in cui, perquisendo Gloin, trova un ritratto di Gimli e lo definisce “una mutazione deforme” ignorando ovviamente che in futuro sarebbe diventato il suo migliore amico. Mi sono ritrovata a ridere anche vedendo i due elfi che avrebbero dovuto sorvegliare i nani: insomma leggere di elfi che russano ubriachi fa ridere, ma vederli è devastante. XD
Quello che forse molti criticheranno solo le “aggiunte” ovvero le scene inserite a detta di molti per allungare il brodo e fare così più soldi realizzando una trilogia. Tra queste vi sono quelle legate al Negromante che fa la sua comparsa a Dol Guldur rivelandosi poi essere nientemeno che Sauron. Sinceramente ho apprezzato queste scene perché sono a mio avviso un ottimo modo per creare una continuità con la trilogia del Signore degli Anelli. La differenza tra i romanzi infatti è netta visto che “Lo Hobbit” è molto più simile a un racconto per bambini che al romanzo dai toni epici che è “il Signore degli Anelli”, ma questa differenza avrebbe stonato molto nelle versioni cinematografiche che invece necessitavano di questa maggiore continuità di toni.
E fidatevi: Jackson si è inventato poco e niente (si insomma la sua “creazione” principale è stata l’elfa Thauriel) cosa che si può capire solo leggendo i romanzi.
Ad esempio nel capitolo del Signore degli Anelli “Il consiglio di Elrond” Gandalf dice:
“Alcuni qui presenti ricorderanno che molti anni fa osai varcare le porte del Negromante di Dol Guldur, ed esplorare di nascosto le sue vie, scoprendo che i nostri timori erano fondati: egli non era altri che Sauron, il nostro antico Nemico, che riprendeva nuovamente forma e potere. Alcuni rammenteranno anche che Saruman ci dissuase dall’agire apertamente contro di lui, e a lungo ci limitammo a osservarlo soltanto. Infine la sua ombra crebbe, e Saruman cedette, e il Consiglio radunò la sua forza e cacciò il male dal Bosco Atro… Ciò avvenne esattamente lo stesso anno della scoperta di quest’Anello: uno strano caso, se fu un caso.”
Jackson quindi si è limitato a mettere insieme i pezzi di storia disseminati nelle opere di Tolkien, inserendoci certo della “spettacolarità cinematografica”, ma comunque preservandone essenza e coerenza. Tornando al film ho apprezzato molto anche il confronto finale tra i nani, Bilbo e il drago Smaug, scontro inserito ovviamente per rendere maggiore l’azione e la tensione finale, ma comunque davvero molto, molto bella. Belle anche le scene a Pontelagolungo tra le quali quella in cui Legolas da la caccia a degli orchi che avevano attaccato i nani rimasti in città e cavoli per una volta le prende (sfanculando in maniera definitiva i miti di perfezione e imbattibilità degli elfi).
Un’ultima nota di approvazione va per Martin Freeman: ragazzi ha un’espressività e una gestualità straordinari! Trovo che sia un attore incredibile che ha saputo infondere al suo Bilbo la giusta anima Hobbit. Lo adoro! È riuscito a farmi ridere nei momenti più impensati.
Ma veniamo ai lati negativi che sono principalmente due: le acrobazie elfiche di Leogas (che a quanto pare ha il vizio di surfare mentre uccide i nemici arrivando a usare le teste dei nani come sci d’acqua) e una sottospecie di flirt tra l’elfa Tauriel e il nano Kili. L’ho trovato solo un impossibile, inutile e decisamente irritante tentativo di mettere del romanticismo nei film. CARO JACKSON QUESTA A CASA MIA SI CHIAMA “CADUTA DI STILE”. Va bene che il soldo non basta mai e che anche le ragazzine vogliono la loro parte, ma questo mi è sembrato davvero troppo.
Insomma un film che mi è piaciuto davvero tanto nonostante i suoi difetti, che si discosta molto dal libro, ma che comunque mantiene linearità con gli altri film e coerenza con gli scritti di Tolkien.
CONSIGLIATISSIMO! BELLO BELLO BELLO!
Oh, poi ovviamente siete sempre liberi di non prendermi troppo sul serio. 😉