Il Pulp secondo Bukowski

Daaaaah! E anche questa volta, ho saltato il post del lunedì. Insomma, una non fa in tempo a rientrare da un viaggio che viene travolta un vortice apocalittico di millemila cose da fare. Coooooomunque… per fortuna posso sempre recupera re con un post del martedì. XD

E a proposito di viaggio (di nozze), proprio in quel periodo ho avuto modo di approcciarmi per la prima volta a Bukowski e ovviamente (da gran genio del male quale sono) l’ho fatto leggendo la sua ultima opera, uscita postuma poco dopo la sua morte.
Parafrasando Hugh Grant posso dire: È stato bello leggerlo. Surreale, ma bello.

Pulp infatti, è romanzo trascinante, una parodia quasi grottesca dei classici stereotipi appunto del cinema Pulp. In tutto il libro però, si avverte anche una nota di amarezza e un senso di fatalità legato probabilmente al fatto che l’autore non solo sapeva di essere malato durante la stesura dell’opera, ma sentiva anche che non gli restava ormai più molto tempo.

Sicuramente mi ha fatto venire voglia di leggere altri suoi lavori.

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