Saving Mr. Banks: la realtà dietro la magia di Walt Disney

Ieri sono andata all’anteprima di un bellissimo film che uscirà in tutte le sale Italiane il 20 di questo mese.
Si tratta di “Saving Mr. Bank” che racconta la storia vera di come Walt Disney, dopo vent’anni di incessanti richieste,  ottenne i diritti di sfruttamento del romanzo di Mary Poppins dalla scrittrice australiana Pamela Lyndon Travers.

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Il film si sviluppa seguendo due filoni narrativo: il primo è ambientato nel 1961 e segue la scrittrice P.L. Travers  nel suo viaggio a Los Angeles per discutere della trasposizione cinematografica del suo romanzo con Walt Disney in persona.
La donna però è molto decisa e sicura su quello che vuole per la sceneggiatura, fin troppo. Essa infatti vede l’impero di Disney solo come una macchina per fare soldi, per questo è restia a cedere i diritti del suo libro e non accetta nessun compromesso, arrivando anche a fare richieste totalmente assurde (come il non volere assolutamente il colore rosso nel film).

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Il  secondo filone,  alternato al primo, è ambientato molti anni prima e segue le vicende dell’autrice da bambina la cui storia familiare le ha ispirato l’intero romanzo.  È infatti il padre Goff,  per il quale lei nutriva un affetto smisurato, a ispirare la figura di Mr. Banks colui che, come lo stesso Disney capirà in seguito,  Mary Poppins è venuta a salvare (da qui il titolo del film). A ispirare invece  la figura della meravigliosa tata è la zia Ellie, arrivata nella sua casa per aiutare lei e la sua famiglia durante la malattia del padre.
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“Saving mr. Banks” è un vero e proprio piccolo gioiello con molti riferimenti diretti al film di Mary Poppins (una delle borse di P.L. Travers ad esempio è molto simile a quella con cui Mary Poppins arriva in casa Banks) nonché  colori ed elementi che ne ricordano le atmosfere.
Ciò che mi ha più colpito però è l’attaccamento che P.L. Travers nutre per la sua opera e i suoi personaggi, un attaccamento quasi ossessivo, legato a una sola domanda che l’autrice pone ad alta voce alla fine del film “Perché Mary Poppins non ha aiutato me?”
Tutti infatti si muove attorno al suo legame col padre quel “mr. Banks”  che nella realtà nessuno ha potuto salvare e verso il quale lei prova un profondo senso di colpa  che ha influenzato tutta la sua vita. Sarà proprio lasciando andare quei personaggi così profondamente amati  che la scrittrice  riuscirà a liberarsi del peso che la teneva legata al passato.

Ma il personaggio  del film che più resta nel cuore è lui: Walt Disney.
Entusiasta e sognatore consapevole, riesce a mostrare una serietà e una profondità toccanti quando parla della sua infanzia, ma allo stesso tempo a trasmettere quella passione che fa davvero credere che “se puoi sognarlo puoi farlo”.

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Un film con un cast eccezionale e interpretato in maniera magistrale, una storia che mi ha fatto sorridere e commuovere fino alle lacrime e che mi è davvero rimasta nel cuore. Lo consiglio vivamente a tutti quelli che hanno bisogno di ritrovare un po’ di fiducia nei sogni e nella vita, a chi non l’ha mai persa o anche solo a chi vuole scoprire la vera storia nascosta dietro uno dei film Disney più amati di sempre. Da parte mia… beh, non credo che guarderò più Mary Poppins con gli stessi occhi.
Oh, voi ovviamente siete liberissimi di non prendermi troppo sul serio 😉

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