Lola, la bambina che mi ha rubato il cuore

Ci sono libri che smuovono qualcosa nel nostro istinto, romanzi di cui a volte non conosciamo nemmeno la trama, ma che in qualche modo ci attraggono anche se non sappiamo bene spiegarci il perché.
Con “la bambina senza cuore”  di Emanuela Valentini per me é stato così. Quando é stato pubblicato, ho voluto scaricarlo senza leggere la trama né cercare informazioni o pareri. È  rimasto poi diverso tempo sul mio ipad finché non mi sono trovata nello stato d’animo adatto ad approcciarmi ad esso.
E, come si suol dire, fu subito amore.

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All’inizio mi aspettavo di ritrovarmi tra le zampe una splendida favola oscura, ma pian piano sono rimasta ammaliata dall’intensa profondità di un’opera che si è rivelata essere davvero molto di più. A una scrittura moderna e scorrevole si unisce uno stile poetico che alza il romanzo a un livello ben  più alto della tradizionale favola gotica.
A toccarmi maggiormente il cuore però é stata Lola, la bambina senza cuore.
lola_MOD-279x500É un personaggio incredibile, carico di  tristezza e di malinconia, ma anche di intensità e di forza. In Lola ho visto la paura e lo smarrimento di una bambina che non capisce quello che le sta accadendo e per questo si sente smarrita e spaesata, ma anche un’enorme bontà d’animo nonché quell’egoismo e quella cattiveria tipici dei bambini che non voglio farsi portare via ciò a cui tengono. Priva dei suoi ricordi, Lola ha aspettato un secolo che la madre venisse  a prenderla, trascorrendo la sua esistenza con un angelo di pietra, il fantasma di un poeta e tutti gli spiriti del sepolcreto, ma sarà la sua amicizia con Nathan a mettere in moto una serie di eventi che cambierà ogni cosa e farà nascere in lei domande che stravolgeranno la sua non vita.
Il legame tra loro mi ha davvero lasciata senza parole. La Valentini é riuscita a trasformarlo in un sentimento puro, ma allo stesso tempo carico di una sensuale intensità, una sorta di filo rosso capace di legare passato, presente e futuro.
Lola, infatti, nella sua non vita, rappresenta il passato, un passato dal quale sembra impossibile scappare e che attraverso un’oscura maledizione continua a riemergere a tormentare gli abitanti di Whisperwood. Nathan invece incarna il presente, che, attraverso la comprensione del passato, permette di dissolvere colpe e rimorsi per poter generare un futuro che non sempre vede nella vita il suo lieto fine.

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Nathan e Lola
(illustrazione tratta dal sito ufficiale del romanzo)

La bambina senza cuore, quindi, é un romanzo ricco di simbolismo, un’opera che a partire dalla sua struttura si rivela essere complesso e magistralmente costruito. I capitoli ambientati nel 1990 si alternano infatti a quelli che raccontano le vicende di un secolo prima rivelando gli eventi non in maniera lineare, ma comunque sempre chiara e coerente.

Oltre a questo però mostra anche tematiche davvero molto moderne. Quella che spicca di più é sicuramente la difficoltà di comunicazione tra genitore e figlio. Il padre di Nathan, infatti, pur non credendo nella maledizione della sua famiglia, sa bene che al compimento dei suoi quarant’anni qualcuno si presenterà alla sua porta per ucciderlo e perciò si comporta come spesso fanno molti genitori con i figli: tengono loro nascosta la verità solo per un vano e inutile tentativo di proteggerli e tenerli rinchiusi in una campana di vetro. Il padre non parla al figlio e Nathan, vedendo la ritrosia del padre, finisce col chiudersi a sua volta e questo porta inevitabilmente alla nascita di incomprensioni e al degenerare della situazione fino all’inevitabile conclusione.

Un’opera che arriva davvero al cuore, un gioiello moderno che ha il sapore di un classico e che spero vivamente possa trovare al più presto il posto che merita nella nostra letteratura.

Se volete scaricare gratuitamente questo piccolo tesoro e scoprire la sua particolare storia editoriale potete visitare il sito ufficiale. 

p.s. Ovviamente questa è una mia personale visione e interpretazione del libro. Se non siete d’accordo con ciò che ho scritto… beh non prendetelo troppo sul serio 😉

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