Mi sono imbattuta in questo romanzo per caso, grazie a delle offerte periodiche su Amazon e l’ho preso, incuriosita dalla trama. Se devo essere sincera, però, non so se adesso lo riprenderei.

Trama: L’Ufficio dell’Advocatus Diaboli è il dipartimento segreto della Santa Sede che si occupa di verificare l’autenticità dei miracoli. Daniel Byrne è uno dei suoi investigatori, ma in dieci anni di lavoro e 721 casi seguiti, nessun evento ha dato esito positivo. Su una tv via cavo, l’istrionico predicatore Tim Trinity sembra dotato di poteri sovrannaturali: nel suo show televisivo pronuncia profezie in una lingua sconosciuta. Bollettini meteo, numeri della lotteria, risultati sportivi, le previsioni di Trinity sono molto variegate, molto precise… e sempre esatte. Che gioco sta facendo Tim Trinity? Daniel è incaricato delle indagini, perché lo conosce bene: Trinity è suo zio ed è stato suo tutore, ma non si vedono da vent’anni. È sempre il solito truffatore disonesto e avido? Oppure è il protagonista del primo miracolo della carriera di Daniel? Nella New Orleans ancora segnata dalla tragedia di Katrina, si prepara l’ultimo atto del discusso predicatore: mafia, servizi segreti, gerarchie religiose, tutti sembrano volerlo morto. E Daniel dovrà scegliere da che parte stare.
Trinity Game è un libro abbastanza coinvolgente, che all’inizio cattura l’attenzione e incuriosisce con una storia piuttosto intrigante. Peccato però che alla fine il tutto si sviluppi in maniera così superficiale e veloce da farti arrivare a fine lettura piuttosto indifferente. Un’ottima idea di base, che sicuramente offre anche degli spunti di riflessioni, ma che non viene sviluppata al massimo del suo potenziale. Un buon libro, ma che a mio avviso poteva dare molto, molto di più.