Ho finito da poco di vedere la seconda stagione di The Big C, una serie molto ironica e pungente che ho scoperto grazie alla mia mitica sister Valeria Anita Blondie.
La protagonista é Cathy, quarantenne che si ritrova all’improvviso a fare i conti con un cancro (ovvero la grande C del titolo) all’ultimo stadio e di conseguenza con la sua vita e le persone che la circondano. Dalle difficoltà nel parlare delle sue condizioni, alle reazioni dei suoi cari, ignari della sua condizione, allo strano comportamento che adotta dopo aver scoperto della sua malattia.
Un telefilm che tratta di un argomento serio e delicato, ma che lo fa con una semplicità e con un’ironia capaci di strappare delle grasse risate.
C’è da dire che uno dei punti forti di questa serie sono i protagonisti, tutti a loro modo divertenti e irriverenti (tranne il figlio di Cathy, Adam, che appiccicherei volentieri al muro). Adoro Cathy perché é una donna con le palle che sa farsi valere e che non vuole essere vista come “la donna del cancro”. Adoro la sua parlantina schietta e la sua capacità di rispondere a tono in ogni situazione. (epica la scena in cui, convocata dalla preside della scuola in cui lavora, dopo essere stata ammonita di essere più professionale si disegna una cravatta sul dito medio e lo alza dicendo “vede, indossa la cravatta. É abbastanza professionale così?”). Cathy non è perfetta, fa a spesso degli errori e spesso la sua fragilità e la sua paura spesso emergono arrivando a danneggiare la sua vita e la sua famiglia, ma il suo modo di ridere e di trovare il lato ironico anche delle notizie più brutte è straordinario.
Altro personaggio che adoro é Sean, fratello di Cathy con una personalità bipolare travolgente, ecologista estremo ed ex senzatetto.É talmente schizzato, folle e politicamente scorretto da far piegare letteralmente in due dal ridere sebbene riesca ad essere un buono zio per il giovane Adam e un fratello affettuoso per Cathy.
E poi c’é Lee, favoloso Lee!
Fa la sua prima apparizione nella seconda stagione della serie ed é un personaggio affascinante e pieno di forza. Buddista, anche lui malato di cancro, riesce ad essere divertente e commovente allo stesso tempo (preparatevi perché vi farà piangere).
Indovinate inoltre da chi é interpretato?
Vi dice niente il nome Hugh Dancy?
Ebbene sì, é proprio il Will Graham della sere Hannibal.
Confesso che mi ha fatto un po’ impressione vederlo nella parte dell’ottimista malato di cancro terminale, ma dopo un po’ ci si abitua. XD
Da segnalare anche le guest star presenti nella serie come Liam Neeson e la grande Susan Sarandon.
Oltre a divertire molto, però, questa serie da anche moltissimi spunti di riflessione.
Guardandola, mi sono spesso trovata a pensare a ciò che è davvero importante, a come ci facciamo spaventare dalla possibilità di vivere davvero.
A volte diamo per scontate così tante cose che finiamo col perderle, col lasciarcele sfuggire solo perché magari abbiamo paura o semplicemente pensiamo che in fondo non siano poi così importanti. Che sia il mangiare una torta intera senza nemmeno tagliarla il giorno del tuo compleanno o l’allenarsi per una maratona impossibile da correre, nella vita ci sono troppe cose serie e tristi per rinunciare a quei piccoli, innocui momenti di ordinaria follia.
Ciò che ho amato di più di questo telefilm, però, é come il dolore e la morte vengano affrontati con la vita. Cathy fa spesso battute sulla sua condizione, preferisce ridere e mostrarsi forte piuttosto che cedere alla tristezza e alla sofferenza che rischiano di travolgerla in ogni momento. È fragile e spesso fa delle enormi cazzate, ma non rinuncia mai ad abbandonarsi alla disperazione.
Mi ha mostrato che, anche quando tutto sembra orribile, non é mai troppo tardi per vivere davvero, che anche il giorno più buio prima o poi deve finire e che quello successivo non può che portare un po’ più di luce.
p.s. questo è ciò penso della serie a livello personale, ma se non siete d’accordo con me… beh non prendetemi troppo sul serio 😉